La Baia di Crepatura
Le carte topografiche I.G.M. indicano col toponimo specifico di Baia
della Crepatura la maggiore delle due appaiate che si aprono, lungo la
costa, circa 100 m a Sud della Caletta. Attualmente il lato meridionale
della maggiore di queste due baie è ricoperto dai massi che delimitano
il fianco settentrionale del porto turistico Cala dei Medici. In origine
questa baia, si allargava per circa 75 m e di circa altrettanti si
allungava verso l'interno, che presentava, come tutt'ora, una spiaggia
di fondo in prevalenza ghiaiosa. Questa adesso si estende anche al
fondo dell'altra baia, molto più stretta, ma di identica lunghezza,
che si affianca a Nord del lato settentrionale della prima e che quindi
serve da stretto divisorio delle due (figura 1). Quanto sopra per
chiarire che la toponomastica I.G.M. ha impiegato coerentemente il
vocabolo «crepatura»
per un borro, inizialmente senza nome, che effettivamente scorre per un
lungo tratto di circa 500 m. in una profonda e stretta incisione, ma al
contrario non è stata altrettanto felice nel chiamare nello stesso modo
la maggiore delle baie appaiate di cui sopra. Tanto più che è la più
piccola di queste che effettivamente sembra una
«crepatura»,
avendo una larghezza che non raggiunge 20 m con la stessa lunghezza
dell'altra di circa 75 m, ma che era larga 75 m prima della costruzione
del Cala dei Medici. Per uscire da questo garbuglio toponomastico,
indicheremo la piccola e stretta col nome di Crepatura che le compete,
mentre chiameremo la grande "Baia dei Medici", visto che ormai il suo
fianco meridionale è entrato a far parte del porto turistico dal nome
altisonante quanto storicamente fasullo. Dati
nomi diversi alle due baie, potremo distinguerle più agevolmente.
Bisogna infatti precisare che, pur avendo al loro retro un'unica
spiaggia, è nella Baia dei Medici che attualmente sfocia il Borro Iurco
e non nella Baia di Crepatura. Questa situazione crea dei problemi
interpretativi per capire in quale delle due baie effettivamente sia
sfociato il borro in passato e per quali cause si siano formate due baie
strettamente appaiate nelle stesse rocce, in identiche condizioni
meteomarine e con alle spalle un unico botro. Per rispondere al primo di
questi interrogativi va anche precisato che l'autore, Renzo Mazzanti,
abita dal 1943 vicino a queste due baie e ha sempre visto il botro in
questione sfociare nella Baia dei Medici, anche durante piene
eccezionali ed in anni (appunto i '40 e i '50) nei quali la spiaggia fu
lasciata a se stessa, senza rimpinguamenti e ridimensionamenti come
attualmente. Esistono alcune
difficoltà nel considerarne per la Baia di Crepatura un'origine identica a quella della
maggioranza delle altre e, in particolare, della sua gemella contigua a
sud che abbiamo chiamato Baia dei
Medici. La struttura
apre nuove interessanti possibilità d'interpretazione genetica tanto più
che verrebbe superata la necessità di un iniziale sviluppo da una fase paleofluviale,
che resterebbe tuttavia sempre valida per la maggiore, ma più profonda Baia dei
Medici. L'azione erosiva del mare si dimostra particolarmente efficace
entro i livelli dell'alta e della bassa marea che, nel litorale in
esame, è di 30 cm. Evidentemente l'azione più intensa è esercitata
dall'onda che batte in corrispondenza della riva ed il variare di
livello del mare distribuisce appunto questa azione su tutto lo spessore
intertidale. Sopra una costa rocciosa molto ripida, verticale o anche
strapiombante, l'azione delle onde produce un solco che si sviluppa
generalmente al livello di bassa marea. Su di una costa rocciosa in
dolce pendio, come è appunto buona parte della costa a Calcareniti di
Castiglioncello presa in esame, lo spostamento in senso verticale della
linea lungo la quale si esercita l'erosione più intensa produce una
notevole migrazione verso mare e verso terra in detta linea. In questo
modo l'azione erosiva si esercita su di una fascia, di larghezza varia
in relazione all'inclinazione locale della costa, in corrispondenza
della quale si verrà a formare la spianata intertidale. Elenchiamo dunque quali sono le possibili analogie della Baia
Crepatura con quelle della fessura ampliata sul fondo a solchi di
battente dello Scoglietto:
- forma stretta e lunga che si allarga appena verso il fondo;
- presenza sui fianchi settentrionale e meridionale di solchi di
battente continui che si laminano verso il fondo, tanto che hanno
provocato frane di distacco sul fianco settentrionale e adesso è
minacciato anche quello meridionale (figura 4);
- presenza al fondo di un affioramento di Calcareniti di Castiglioncello
allo stesso livello del mare attuale con solchi perpendicolari alla riva;
- evidente fessurazione della massa di Calcareniti di Castiglioncello
ben visibili sui due fianchi della baia e sulle superfici dei dintorni.
Esistono comunque difficoltà per la nuova interpretazione:
- impossibilità di rintracciare l'eventuale fessura iniziale, visto che
ormai almeno il fondale di metà della Baia Caletta è sempre ricoperto di
sedimenti attuali.
- Vantaggi teorici rispetto all'altra ipotesi di origine:
- differenziazione dell'origine delle due baie, troppo vicine e, in
definitiva, diverse per risalire alle stesse cause;
– riconoscimento di una più importante influenza dell'attività marina
nel modellamento costiero.
La struttura allo Scoglietto
La particolare
morfologia definita come «fessura
ampliata sul fondo a solchi di battente»
presente sullo Scoglietto, potrebbe definirsi una struttura in fieri
per diventare in un lontano futuro, un'altra Baia tipo Crepatura.
Lo Scoglietto è completamente costituito da Calcareniti di
Castiglioncello, ha una forma a losanga subcircolare di circa 30 per 20
m e un'altezza di poco più di 1 m. Il bordo di levante è raggiunto per una decina di metri dalla spiaggia,
che sta al fondo di due piccole baie delle quali lo Scoglietto
corrisponde al setto divisorio, anche se durante le mareggiate rimane
completamente isolato. Una spianata intertidale a marmitte slabbrate
larga circa un paio di metri circonda tutto lo Scoglietto ad eccezione:
- del piccolo tratto di levante in contatto con la spiaggia, nelle
vicinanze ai due lati della quale alla spianata intertidale si
sostituisce un abbozzo di solco di battente;
- in corrispondenza di un piccolo tratto, di circa 2 m, che corrisponde
alla intersezione sulla linea di riva con una lunga fessura a direzione
NE-SO che traversa tutto il corpo SE dello Scoglietto. In corrispondenza
di questa fessura, che indichiamo come "ampliata sul fondo a solchi di
battente", il fondale marino non presenta la solita struttura a spianata
intertidale bensì è maggiore di quel poco che basta per essere stata
abrasa ogni struttura di tipo intertidale e, ovviamente, supratidale.
Questa "fessura ampliata sul fondo a solchi di battente" è una
struttura, per quanto noto, conosciuta solo allo Scoglietto e finora
rimasta inedita. Iniziando da terra, cioè subito dopo la spiaggia,
corrisponde alla lunga fessura (figura 6) che si vede tagliare a
direzione NE-SO, con leggeri ondeggiamenti, gran parte dello Scoglietto
e che è interessata da un riempimento verosimilmente di calcite
raggiungente lo spessore di circa 1 cm e rientrante in una rete di
fessure analoghe, anch'esse talora parzialmente rivestite di calcite. La particolarità di questa struttura
consiste nel suo modo di giungere al mare. Infatti, ad iniziare da circa
10 m dal mare, si slarga ampiamente fino a circa 3 m pur mantenendo la
stessa direzione (figura 7) mentre in ognuno dei suoi due lati inizia a
definirsi un solco di battente; questo, ancora più verso il mare,
accenna a riunirsi a quello dell'altro lato in quanto la cavità si
restringe finché si forma una specie di galleria a cielo aperto (figura
7), mentre la base di questa fessura ampliata sul fondo rimane
nell'ambito della massa delle Calcareniti di Castiglioncello all'altezza
della fascia intertidale, ma con una evidente struttura a solchi
perpendicolari alla costa, dovuti certamente a una violenta risacca
delle onde invadenti la struttura durante le tempeste o la stessa calma
ingressione marina durante le alte maree. Non ci sono dubbi che questa
struttura è dovuta solo all'attività del mare sia pure in una zona della
costa particolarmente adatta in quanto la fessura, che verosimilmente ha
indebolito la resistenza ai marosi, ha la stessa direzione verso SO che
è quella di provenienza delle mareggiate predominanti. (Sintesi
da
"Codice Armonico 2012" a cura di Renzo Mazzanti e Roberto Branchetti) |