Vada ieri     
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1961 - Il reattore caduto vicino al "Vaticano"

  29 settembre 1961 - Una giornata bellissima: per due militari americani di stanza a Napoli il volo di addestramento fino ad Aviano, allora in provincia di Udine, attualmente di Pordenone, doveva essere una normale routine. I due erano il Magg. Albert Winkleman, 39 anni e pilota dell'aereo, e il Cap. William L. Amscheld, di 29 anni. L'aereo è del tipo addestratore, noto come T 33 Shooting Star. Costruito dalla Locked, con un motore Jet che gli permetteva di volare a quasi 1000 chilometri orari, era, ed è ancora, ritenuto tra gli aerei più sicuri. Cosa sia successo esattamente non è dato saperlo, poiché i risultati delle inchieste non sono stati pubblicati, ma dalle voci che circolavano e dal comportamento dell'aereo negli ultimi istanti di volo sembra che il velivolo, giunto sopra l'Elba, abbia avuto dei problemi forse dovuti a perdite di carburante. Viene avvertita la torre di controllo dell'aeroporto di Pisa e dopo l'OK, iniziano le manovre di avvicinamento a quell'aeroporto: uscire dalla rotta ed avvicinarsi sorvolando zone poco abitate. A questo punto, probabilmente le condizioni peggiorano, per cui il pilota punta sulla terra ferma per catapultare, da altezza di sicurezza, il seggiolino eiettabile del compagno di volo ed infine cercare lo spazio per un atterraggio di emergenza, o mandare l'aereo in mare. Catapultato il compagno, compie ancora una virata, questa volta verso il mare, ma il motore si ferma. Nonostante i richiami, il T33 perde rapidamente quota. A questo punto il pilota aziona il proprio sedile eiettabile e si lancia nel vuoto: è una azione disperata perché ormai è sotto la quota di sicurezza e tuttavia ha buon esito. L'aereo sfiora un distributore di benzina e tocca il suolo a circa 200 metri dall'Aurelia e 400 dalle case di Vada chiamate "Il Vaticano". Si ferma dopo avere arato il suolo, terreno agricolo e quindi abbastanza soffice, per circa 200 metri, non lontano da una casa colonica, e prende fuoco. Durante queste ultime manovre passa molto vicino, quasi sfiorandolo, da un elicottero della Guardia di Finanza che provvede a lanciare l'allarme, individua il punto dove il pilota ha toccato terra quindi atterra a sua volta e soccorre l' americano. Questi chiede per prima cosa se i civili hanno avuto danni. Una volta rassicurato, chiede del compagno. Sia i finanzieri sia i primi soccorritori giunti dal distributore e dalle case vicine, non possono dare notizie ed il Magg. Winkleman intuisce la verità. Pur lanciandosi da un'altezza di sicurezza, il Cap. Amschel ha perso la vita. Dopo essere stato catapultato non si era distaccato il sedile impedendo così l' apertura del paracadute e rendendo l'impatto con il suolo letale. Iniziano ad arrivare i soccorsi, l'addetto al distributore e gli abitanti della casa colonica vicina e poi tanti abitanti di Vada con l'intento di potere dare un qualche aiuto, o magari solo per curiosità dopo avere visto il fumo dovuto all'incendio dell'aereo. Arrivarono i Carabinieri, gli agenti della Pubblica Sicurezza e tutte le altre Autorità. Il Magg. Winkleman viene portato a Vada dove è curato per piccole escoriazioni e trasferito con una ambulanza americana alla base  di Camp Darby. Il corpo del Cap. Amschel venne ricuperato dopo qualche ora in un fossato conosciuto come il Tesorino. Nessuno aveva visto, essendo il paracadute ancora chiuso nel suo contenitore, dove era caduto. Fu un contadino, certo Lorenzini, che lo notò mentre lavorava nei suoi campi ed avvisò subito le Autorità. Dopo il nulla-osta del medico legale iniziò il triste, e lungo, viaggio di ritorno, prima a Camp Darby e quindi a Casa, negli States. (A cura di Alberto Orsini, per gentile concessione).

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