L'acqua, elemento
indispensabile alla vita di uomini, piante ed animali, ha
sempre assunto, in tutte le civiltà contadine, un carattere di
vera e propria sacralità. Per soddisfare i bisogni della
famiglia colonica, abbeverare il bestiame e annaffiare l'orto,
era necessario che il contadino avesse l'acqua vicino alla
casa rurale. In corrispondenza dell'abitazione si trovavano
così pozzi o cisterne, di diverso stile e forma, con una vasta
gamma di coperture (cupoliformi, piramidali, a capanna, ecc.),
ed una zona organizzata con particolari attrezzature per l'uso
dell'acqua stessa (es. il lavatoio e l'abbeveratoio). Dal
pozzo, che captava la falda del sottosuolo, si attingeva acqua
potabile per bere. Dalla cisterna (foto seguente), che raccoglieva e
conservava l'acqua piovana caduta sui tetti delle case, quella
per fare il bucato e per lavarsi. All'occorrenza, il sistema
degli approvvigionamenti idrici utili al podere, poteva essere
integrato dal borro selvatico, dalle fonti e dai lavatoi
pubblici. (Da:
"I segni storici del
paesaggio rurale" di Roberto Branchetti) |