Vada la campagna
Casa San Nicola: la carraia annessa al fabbricato e la colombaia sul tetto

  La carraia era il locale dove si mettevano al riparo i carri e si distingueva per la presenza sulla facciata di un  grande arco necessario al loro ingresso. In origine costruite con strutture precarie, le carraie murate cominciarono a diffondersi con il rinnovamento e la razionalizzazione dell'edilizia rurale del XVIII secolo. Nel resedio, distinta dalla casa colonica, si poteva trovare un'unica costruzione adibita contemporaneamente a fienile e a carraia, ma il più delle volte le due entità erano separate. Spesso, negli ampliamenti e negli ammodernamenti, la carraia fu ricavata addossandola ad una parete della casa colonica come nella foto. Segno di distinzione tra le varie fattorie poteva essere anche la torretta colombaia (o piccionaia) delle rispettive case coloniche. La torretta colombaia della casa colonica mezzadrile nasce dal declassamento della "Casa da signore" medievale. Nell'architettura signorile di quel periodo, la torre era un elemento frequente nell'edilizia rurale e si prestava magnificamente per l'allevamento dei piccioni torraioli. Questi volatili, mal visti dal contadino perché voraci e quindi dannosi alle coltivazioni, intorno alla metà dell''800 (quando venne meno la passione dei proprietari per i torraioli), furono sostituiti con i piccioni domestici, allevati con becchime in gabbiette pensili sotto il porticato. Anche se la torretta colombaia aveva ormai perso la sua funzione originaria, si continuò a costruirla e ad usarla per altri scopi (appassire l'uva, granaio, ecc.). La torretta colombaia in alcuni casi ha costituito elemento tipologico di differenziazione tra le case coloniche appartenenti alle diverse fattorie. Nel Piano di Vada, molte case coloniche fatte costruire dal Mastiani negli anni '40 dell'Ottocento, riprendono, nella forma, la torretta colombaia della rispettiva fattoria ubicata a Rosignano M.mo (oggi Vestrini), come si vede nella foto in alto. (Da: I segni storici del paesaggio rurale di Roberto Branchetti)

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