Vada la campagna
Tribbiatura durante la guerra - Il pagliaio e il pulaiolo (a sinistra) in cui venivano nascosti i sacchi del grano (vedi foto precedente)  (Arch.P.Santi)

                I contadini       

Nelle famiglie dei contadini c’erano allora delle usanze molto patriarcali. La direzione di tutta l’azienda cioè della famiglia e del podere, spettava al « capoccia » e alla « massaia » dei quali il resto della famiglia accettava, credo senza discutere, tutte le decisioni e tutte le direttive. Piccole comunità che avevano questa origine:

il padre diventava automaticamente il capoccia, la madre la massaia. Cresciuti i figli e giunti in età da sposarsi, le femmine lasciavano la casa paterna per andare con lo sposo; i maschi, qualunque fosse il loro numero, restavano nel podere.

Finché potevano, il padre e la madre rimanevano in carica. Morti loro, o incapaci per vecchiaia, il capoccia veniva scelto fra i fratelli, forse il maggiore, e la massaia fra le loro mogli, ma non quella del capoccia. Questo per evitare eventuali sospetti e per poter esercitare una migliore giustizia distributiva. Così, tutto filava con regola e disciplina e i giovani venivano tirati su col senso del dovere, l’amore per il lavoro e per la terra. Non so se questo amore e queste fatiche erano ben ricompensate dalla vita che i contadini di allora erano costretti a fare.

Non mancavano gli svaghi, semplici e sani: le veglie con giuochi, tombole e balli al suono dell’ « organino ».

Qualche volta accadeva che, il capoccia rimanendo sempre lo stesso, la massaia venisse scelta un po’ a rotazione, a turno, fra le diverse cognate.  (Da: “L’ottocento in Maremma e nella Roma Umbertina” di Lina Francesconi Saggini 1962)

 

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