Vada la bonifica
 Anni 1930/40. Una pompa carrellata "a membrana" con motore a scoppio, attrezzata con tubi volanti in gomma contribuisce allo smaltimento dell'acqua verso mare. (Immagine d'epoca tratta dal sito della Bonifica)

  I pestiferi "stagnoli salsi" causati dal ristagno di acqua marina che non riesce defluire dalla costa trattenuta da banchi di alghe, vengono riempiti per colmata per mezzo dei sedimenti del torrentello Tripesce. Viene affrontata anche la situazione del Padule, vasta estensione di 40 ettari, divisa in due bacini, il Padule Grande e il Pezzuolo. Nel 1840 il sovrano approva l'ordine di prolungare fino al mare la vecchia foce dei due bacini, fortificandola con palizzate e dotandola di un sistema di cateratte mobili per impedire il riflusso in caso di mare grosso. I fossi confluenti nei due paduli, mediante lo scavo di nuovi percorsi, vengono allacciati ad un canale principale che convoglia le acque al mare. (Canale del Molino a Fuoco).

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