Santa Croce ed il Papa |
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19 marzo 1982 - Il saluto del sindaco Giuseppe Danesin |
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Questa terra che accoglie il Pontefice della Chiesa Cattolica è stata da sempre sede di elevate civiltà che ne hanno apprezzato le notevoli qualità, anche ambientali, di cui certamente avrà avuto modo di rendersi conto al suo arrivo. E' anche terra nella quale il cammino per l'emancipazione dei lavoratori e della gente è stato lungo e denso di fatica e sudore, di lotte, talvolta anche dure, segnata profondamente ed in modo irreversibile dalla nascita della classe operaia, che ha coinciso, in massima parte, con l'insediamento in questa terra, agli inizi del secolo, della società multinazionale Solvay. L'ingresso dei lavoratori sulla scena della storia locale ha consentito un salto di qualità formidabile nel processo complessivo di sviluppo, ha elevato le lotte per le libertà, prima di tutto contro il fascismo, per una migliore qualità della vita, per garantire il più ampio confronto culturale, ideale e politico. In questa terra e in questa regione, col consenso del popolo e con la più larga tolleranza, questi ideali sono da decenni l'essenza del modo di governare delle forze politiche che più si richiamano alla classe operaia. I lavoratori, i giovani, le donne e il popolo tutto di Rosignano che io rappresento, non possono pertanto che essere onorati dal riconoscimento che viene loro conferito da questa visita che il Pontefice ha voluto fare alla più significativa realtà produttiva del Comune di Rosignano Marittimo. Le contraddizioni, le ingiustizie, i pericoli di imbarbarimento presenti oggi nel mondo, non possono che vedere fortemente impegnate le forze che la storia ha riconosciuto come le artefici principali di uno sviluppo fondato sulla giustizia, sull'uguaglianza, sul benessere collettivo, per superare le sofferenze e ogni forma di separazione, per unire la gente, per un mondo nuovo. In primo luogo occorre che trionfi la pace; in un mondo profondamente turbato, dove i popoli più poveri continuano a pagare — anche a causa della folle corsa agli armamenti — prezzi sempre più alti alla politica di rapina operata dai potenti, deve sorgere in tutti noi, credenti e non credenti, la comune volontà a garantire un assetto più giusto del mondo, a rispettare il sacrosanto diritto all'autodeterminazione e l'ansia ineludibile di libertà dei popoli, ad usare equamente le risorse disponibili. Altrettanto profondamente ci preoccupa l'avvenire stesso della nostra comunità in un momento in cui cala il numero degli occupati e la stessa grande fabbrica non riesce più a garantire lo sviluppo del territorio. Da questa profonda crisi economica — che delude le aspirazioni al lavoro di estese masse di donne e di giovani — trae anche origine il malessere che comincia a colpire una parte della nostra gioventù e che si caratterizza con la fuga dalla realtà, con l'uso della droga, con atteggiamenti di vita che segnano una netta caduta di valori. Per superare tutto questo, per garantire ai nostri figli un avvenire di progresso civile e di valori occorrerà lavorare per prospettive nuove impegnando in questa battaglia l'intelligenza ed il cuore di tutto il nostro popolo. Anche se il compito è arduo, una grande speranza è in noi, è la speranza che ci deriva dalla ferma consapevolezza che essa si nutrirà del contributo cosciente in ogni uomo, perché sì affermi la reciproca comprensione al di là delle fedi e delle ideologie. (Da: "sono uno di voi..." scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito) |
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Rosignano Solvay oggi-S.Croce |
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