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				 Sempre più necessario un porto turistico. 1973 Castiglioncello e Vada se lo disputano.
 Adesso tutto 
				tace. Eppure l’argomento è stato a lungo sulla cresta dell’onda, 
				in passato: alludiamo alla realizzazione del porto turistico. 
				Abbiamo affrontato nei nostri precedenti servizi, la notevole 
				incidenza dell’attività turistica sull’economia locale, le 
				risultanze che Castiglioncello in primo luogo e poi anche Vada e 
				Rosignano Solray hanno offerto nel corso della passata stagione 
				estiva: risultanze indubbiamente positive. Adesso vogliamo 
				riaprire una questione non certamente nuova ma indubbiamente di 
				capitale importanza per le prospettive turistiche del nostro 
				territorio, quella appunto porto. Si fa, non si fa, si sceglie 
				Castiglioncello, si sceglie Vada, si identifica la sua 
				dislocazione all’«Arancio», si presceglie in un’altra zona: 
				proposte, valutazioni opposte hanno rimbalzato a lungo anche su 
				queste colonne e si sono accesi animati dibattiti, si sono avuti 
				interventi di lettori, si è svegliato l'interesse dell'opinione 
				pubblica, senza mai giungere a qualcosa di concreto. 
				Indubbiamente la realizzazione di un porto crea e creerà qualche 
				contrasto di interessi, qualche ben precisato dissenso, ma la 
				sua nascita appare un atto indispensabile per il nostro turismo. 
				C’era in passato perfino un finanziamento per un porto di quarta 
				categoria ed è un finanziamento, pur non imponente, ma sempre 
				molto utile, che è andato purtroppo perduto. Era stato detto 
				perfino che Castiglioncello, (o Vada) attraverso tale opera 
				avrebbe potuto diventare l’ideale centro di collegamento con 
				tutte le isole dell’arcipelago toscano. Tra gli abitanti di 
				Castiglioncelio e quelli della «Rada del Saraceno» era sorta 
				perfino una specie dl piccolissima guerra...cartacea per 
				rivendicare la priorità di tale attrezzatura tanto valida ai 
				fini turistici.
 Ora del porto nessuno parla più ed è un peccato, quando si pensi 
				che siamo riusciti ad organizzare con il «Salone del mare» una 
				manifestazione di alto richiamo e di riconosciuta e crescente 
				importanza (lavorando in concordia e con unità di vedute e di 
				intenti) riesce difficile spiegarsi come accanto a tale 
				iniziativa non sia stato portato avanti, di pari passo, il 
				progetto del porto stesso. Le barche «in pineta», durante la 
				manifestazione castiglioncellese e il seguito dei visitatori e 
				degli operatori economici ben lo dimostra e lo sancisce, ma 
				reputiamo che le barche siano destinate ai mare, e ad un 
				attrezzato rifugio sul mare. Ecco perché, proponiamo, la 
				convocazione di un’attesa conferenza turistica comunale, più 
				volte invocata de qualche gruppo politico. Nel corso di tali 
				lavori infatti tutti i problemi connessi con questo importante 
				settore potrebbero trovare ampio spazio e
 motivo di aperta discussione per poter giungere alla soluzione 
				migliore. Tra questi il porto, naturalmente, in prima linea. 
				(Da "Il Telegrafo" 
				Cronaca di Rosignano Solvay del 26/10/1973)
 
  Il porto, 40 anni per cominciare L'idea iniziale di questa 
                realizzazione prese corpo nel 1963. Uno dei promotori fu 
                il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, allora in 
                carica, che quell' anno venne ad inaugurare il bacino del 
                lago di S.Luce voluto dalla società Solvay. La prima idea era di 
                fare un porto per Castiglioncello, anche a nord se necessario. Si 
                riaffrontò il problema in Consiglio Comunale nel 1978 (Marianelli 
                sindaco), ma dopo incertezze e contrasti si arrivò nel 1983 alla 
                delibera per Crepatura (Danesin sindaco). Nell'85 arrivò l'OK 
                della Regione Toscana che la inserì in via definitiva nel suo 
                Piano Regionale. Successivamente il Comune adeguò il proprio Piano 
                Regolatore e nel 1988 firmò la convenzione con la società 
                "Marina Cala de'Medici" che realizzerà il Porto di Crepatura. 
                Ancora anni di contestazioni, prove tecniche e prove ambientali 
                a più livelli, 
                ostacoli burocratici di ogni tipo, per arrivare alla concessione 
                demaniale del febbraio 1999 (Simoncini sindaco). Attivissima 
                l'azione del "Comitato antiporto" che tentò tutte le strade di 
                sbarramento possibili, chiedendo anche il referendum. La 
                richiesta fu respinta in sede comunale perchè "non ammissibile" 
                per il Comitato dei Garanti previsto dallo Statuto del Comune. I 
                lavori effettivi iniziano nell'inverno 2001, ma dal luglio 2000 
                inizia presso le agenzie, la vendita del 90% dei posti barca 
                (585 su 650) con obbligo di acquisto di box o posto auto, ad 
                opera di un consorzio costituito da 12 agenzie immobiliari 
                locali. Negli anni seguenti, non mancano ripetute azioni di 
                teppismo contro il cantiere e contro alcune agenzie che vendono 
                posti barca. Nella primavera del 2003 il porto inizia 
                parzialmente a funzionare. Stranamente, a porto in attività, 
				l'azione antiporto si esaurisce, fino a scomparire del tutto, in 
				tempi assai più brevi di quanto fosse immaginabile data 
				l'intensità delle proteste. Se ne può dedurre solo (se è lecita 
				una considerazione), che il valore di mercato delle abitazioni 
				limitrofe non è diminuito come temuto, anzi... A metà 2007 il 
                "borgo" è in parte attivato ed in cerca di una sua 
				configurazione commerciale, mentre a inizio giugno è stata 
				inaugurata la doppia passeggiata fra le ville del 
                viale Trieste ed i box di terra e sopra i box stessi.
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