Il primo dopoguerra
Alla fine delle ostilità, l’Italia era totalmente sconvolta nella sua
economia e nelle sue strutture politiche ed amministrative. Grandi
distruzioni avevano colpito le città, ma anche il Comune di Rosignano ne
usciva con gravissimi danni. Le ferrovie erano per lunghi tratti
danneggiate (bombardamento del ponte ferroviario tra le stazioni di
Castellina e Vada dell’11 maggio 1944).
La rete stradale era pressoché impraticabile. L’agricoltura mancava di
concimi e di attrezzature e risentiva delle
requisizioni bestiame operate dai Tedeschi negli ultimi anni di guerra.
La sconsiderata emissione di AM Lire provocò una tremenda inflazione che faceva continuamente lievitare i prezzi
portando alla miseria la quasi totalità della popolazione.
Nel 1946 la percentuale di addetti
all’agricoltura era ancora molto alta (46%) contro quella impiegata nell’industria
(33,2%). La disoccupazione era al 19% ed il carovita era fuori
controllo: un chilo di pane nel 1940, costava 2 lire, nel 1946 costava
37 lire e nel 1947, addirittura 73. Un uovo, nel 1940 poco meno di una
lira, nel 1947 era a 22 lire. L’inflazione elevatissima si aggirava, nel
1946, intorno al 30%, con i salari ridotti, come capacità di acquisto, a
circa la metà rispetto al 1938. I prodotti alimentari nei negozi
erano insufficienti, mentre si potevano trovare al “mercato nero” a prezzi esorbitanti,
compreso zucchero e
carne. Un aiuto concreto venne dagli Stati Uniti, interessati ad una
rapida ripresa, sia per l’importanza che il mercato europeo aveva per la
loro economia, sia per la convinzione che la fame, la miseria,
l’instabilità sociale e politica creasse condizioni favorevoli al comunismo. Agli
aiuti alimentari e materie prime, forniti tra il 1943 ed il 1945 dall’UNRRA
(United Nations Relief and Rehabilitation Administration) seguirono
quelli consistenti del Piano di ricostruzione europea,
detto Piano Marshall, che restò attivo
fino al 1951. Arrivarono rifornimenti industriali, ma soprattutto,
viveri (burro salato, formaggio in barattolo, ecc.), indumenti (le famose coperte) e medicinali (tra cui la penicillina).
Attraverso la presenza quasi capillare, dell’O.N.M.I. (Opera Nazionale
Maternità ed Infanzia), istituita in periodo fascista, le madri ed i
bambini furono assistiti, ma anche dall’E.C.A. (Ente Comunale di
Assistenza), nata nel dopoguerra, che svolgeva una notevole attività
d’intervento in campo socio-assistenziale e dal Patronato Scolastico,
che provvedeva all’assistenza degli alunni delle scuole elementari e
materne, fornendo libri, quaderni, cancelleria, refezione ed altre
provvidenze. Alla grave situazione alimentare, a Rosignano si
cercò di rimediare con provvedimenti di diversa natura. Il CLN aprì due
negozi presso i quali era possibile acquistare generi a prezzo ridotto.
Per i dipendenti Solvay fu costituito la “Co.Di.”, Commissione
Dipendenti.
(Sintesi da: "Dalle AMlire all'Euro"
di Mancini-Gattini). |