Caustificazione
Nello stabilimento di
Rosignano la produzione di
soda caustica avveniva fin
dal 1923 per caustificazione del
carbonato di sodio. Il
processo si basava sulla
reazione fra carbonato
sodico con idrato di calce
Ca(OH)2
immergendola in una
soluzione diluita di
carbonato di sodio greggio
(Na2CO3)
a caldo e mediante
agitazione. La reazione
portava ad una soluzione
d’idrato sodico in presenza
di un precipitato di
carbonato di calcio, che
veniva separato per
filtrazione e lavato. La
soluzione residua era poi
concentrata fino a circa il
50% di soda caustica (NaOH).
Per ottenerla allo
stato solido occorreva
spingere oltre
l'essiccazione fino
all’eliminazione completa
dell’acqua. La soda caustica
aveva numerose ed importanti
applicazioni. Era assai
richiesta dalle fabbriche
dei saponi e di liscivie,
dai cotonifici, dalle
cartiere, dalle fabbriche di
coloranti, dalla
mercerizzazione del cotone,
dalla raffinazione di
petroli e oli minerali,
dalla preparazione della
viscosa per la fabbricazione
della seta artificiale e da
tutto il settore delle fibre
sintetiche, dalle fabbriche
degli esplosivi, dalle
metallurgie speciali e dalla
preparazione di prodotti
chimici.
Fino al 1968 una parte del
carbonato di sodio prodotto
dalla Sodiera veniva
trasformato in soda caustica
nell' impianto di
caustificazione. Nel 1969
tale impianto (l’ultimo
della Società nel MEC) è
stato fermato poiché la Soda
Caustica, prodotta nelle
varie elettrolisi come
sottoprodotto del cloro,
aveva ridotto lo spazio di
mercato disponibile per
quella prodotta da carbonato
sino ad annullarlo
completamente. Non solo, ma
poichè le richieste di Cloro
erano aumentate sempre in
misura maggiore rispetto a
quelle della caustica, si
era arrivati al punto che la
sola soda caustica
elettrolitica risultava
esuberante rispetto al
consumo. |