Il Papa in Solvay

In ospedale tutto era pronto...Nel riquadro il prof.Roberto Musiani.

La concentrazione di un gran numero di persone in una zona (come era inevitabile che avvenisse in occasione della visita del Pontefice a Rosignano) oltre ai prevedibili problemi legati al traffico, alla viabilità, alla sicurezza, ne porta un altro forse più importante di tutti, al quale la maggior parte della gente non pensa: quello relativo alla disponibilità di un centro sanitario di pronto soccorso in piena efficienza sia per uomini che per mezzi.
Si deve dire che la presenza in Rosignano di un ospedale ha certamente diminuito le difficoltà, ha reso più facile il coinvolgimento medico-sanitario in rapporto alla persona stessa del Pontefice come ad altre eventuali situazioni d’emergenza, possibili in casi del genere. Perciò l’impegno dell’ospedale ex Solvay, ma ora facente parte dell’Unità Sanitaria Locale n. 14 della Bassa Val di Cecina è stato notevole. Tutto era predisposto per ogni evenienza. Il primario dell’ospedale prof. Roberto Musiani, in accordo anche con il prof. Malvaldi, direttore sanitario dell’ospedale di Livorno, aveva dato le seguenti disposizioni:
— revoca di tutti i permessi e recuperi a tutto il personale sanitario del locale ospedale,
— mantenimento in servizio dei medici che avrebbero dovuto completare il loro normale turno di lavoro,
— sospensione della seduta di sala operatoria onde avere a disposizione i due letti per eventuali necessità,
— accordi con i servizi di radiologia e laboratorio di analisi al fine di assicurare la loro completa efficienza e disponibilità durante tutta la giornata del 19 marzo,
— presenza di un medico, nella persona del dott. Taccola, sul luogo dell’atterraggio dell’elicottero che avrebbe portato il Pontefice a Rosignano,
— rafforzamento, dal punto di vista medico e paramedico, del pronto soccorso per fronteggiare possibili richieste,
— garantire la presenza del Primario, prof. Musiani, dalla notte precedente e per tutto il giorno della visita, fino al termine dello stato di emergenza.
Queste disposizioni sono state eseguite alla lettera da parte di tutto il personale medico e paramedico del nostro ospedale. Lo stesso prof. Malvaldi si era premurato di comunicare, in tempo utile, il gruppo sanguigno del Santo Padre, mettendo a disposizione una adeguata scorta di sangue.
In altre parole tutti coloro che hanno affollato il percorso del Pontefice, tutti i dipendenti e pensionati presenti in fabbrica, avevano alle spalle una protezione sanitaria in perfetta efficienza, ed ogni particolare era stato previsto per far fronte a qualsiasi evenienza, dalla più banale alla più grave.

Rosignano Solvay oggi-Il Papa in fabbrica