La scuola italiana tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 è
regolata dai Programmi redatti da una Commissione nominata dal
ministro Baccelli, il quale, già nella relazione al Re,
esplicitava chiaramente quali fossero i principi ispiratori:
"...lstruire il popolo quanto basta,
educarlo più che si può...".
E’ una scuola per la quale il ministro ha creduto "...necessario
restringere le materie dei programmi e le prove di esame a quel
minimo di cognizioni utili e attitudini sicure che ogni
fanciullo deve gradualmente acquistare nella scuola elementare.
Leggere, scrivere, far di conto,
diventare un galantuomo operoso”.
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