La chiesa ha la pianta ad aula a forma rettangolare ed il suo
stato di conservazione è complessivamente mediocre. La struttura
della copertura è composta da quattro capriate semplici in legno,
portanti una doppia orditura di travi e travicelli su cui posano
le mezzane in laterizio. Anche l'arco che divide il presbiterio
dalla chiesa sostiene gli elementi di copertura. In un libretto
conservato nell'archivio storico comunale di Rosignano intitolato
Appunti presi nelle chiese del circondario di Rosignano e
databile tra il 1835 ed il 1836, è possibile leggere la
descrizione sommaria di alcune parti che componevano l'insieme
degli arredi della chiesa e che oggi sono scomparsi. Anche il
pulpito era sulla sinistra che ha il suo accesso dalla canonica
mentre l'organo era nel muro di settentrione che forma la facciata
(...) di dove si accede mediante una scala esterna posta a
levante.
La chiesa doveva avere un aspetto interno molto diverso
dall'attuale visto che il coro, l'altare maggiore ed il
presbiterio eran coperti da una volta alla volterrana fatta di
recente. In un'altra descrizione del 10 giugno del 1836 si legge
infatti: (...) sul lato della facciata e per quanto esso è lungo
vi è l'orchestra con piano e parapetti in legname sorretta da
numero due pilastri parimenti di legno. Si ha accesso a questa
orchestra dalla parte esterna e sul lato di levante.
Lo stato di conservazione dell'insieme era giudicato in
"cattive condizioni" tanto che si progettava di rifarlo in
muratura e legname. Oltre alla posizione del pulpito, in questa
relazione viene descritto anche il pavimento della chiesa che era
realizzato in mattoni "molto consunti ". Sicuramente è proprio
l'ambiente interno quello che ha subito maggiormente i danni
provocati dagli ultimi eventi bellici. I successivi lavori di
ricostruzione, realizzati forse con scarsa disponibilità economica
alla fine degli anni '50, non hanno conservato alcune
caratteristiche finiture dell'ambiente originario, come ad esempio
il rifacimento della pavimentazione realizzata con mattonelle di
clinker rosso.
(Da:"Guida ai beni storici e artistici Rosignano Marittimo" -
a cura della Prov. di Livorno)
Foto 2 - L'altare maggiore è alla romana ed è stato assai
rimaneggiato. Sulla parete absidale è posto un crocifisso in gesso
del secolo XIX, detto " nero" a causa del suo colore e proveniente
dalla nuova chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Ilario.
Foto 4 -
A metà lunghezza dell'aula
sono inseriti due altari laterali a muro risalenti al secolo XVIII
fra loro contrapposti, ciascuno dei quali è corredato da due
colonne di ordine composito. Nel 1835 le colonne degli altari
erano descritte come "di cattiva forma" e con ai lati due
pilastri.
Foto 7 - Alla sinistra dell'altare
maggiore è posta una lapide commemorativa in marmo bianco del
secolo XVIII di forma rettangolare. La lapide, in
pessimo stato di conservazione, ha una iscrizione latina in
lettere capitali, solo parzialmente leggibile:
D.O.M./ (.. .)LORECIO IN
EQUIS DUCI MULTOS AN / NOS IN MUNG (...) ET CONTRA (...) SI/(...)
/ REGIA CLISITUDIN COSMI III ROSIGNANI / EODEM MUNERE IN (...)/
UIS KALENDIS IANUARII A(NN)0 MDCCXIII AE / TATIS LXIII VIRO
ORNATISSIMO OMNI UIR / TUTUM CENERI (...) PO IN ALUUM PERMAN /
NSURUM / MONUMENTUM RELIGIOSA HAC IN / HUMO IHUSEPI P.E D. D. O
TUMULO A IOSE / PHO BIASINIO IV D. ET PLEBANO ECCLE / SIE
AMICISSIMO, ET SACRA AC / NATIONE IUNCTO MESTISSIME ATTOLLITUR
E' incisa su una lapide sepolcrale 'monumento che rimarrà' (permansurum
monumentum) innalzata (attollitur) presso la tomba (tumulo) di un
prete, amico del pievano Giuseppe Biagini che si dice legato a lui
da 'sacra agnatione' (parentela sacra) La posizione
dell'iscrizione vicino all'altare conferma essere quella di un
religioso perché l'altare era in genere un luogo di sepoltura
riservato ai sacerdoti. Questa persona 'uomo ornatissimo di ogni
virtù' (viro ornatissimo omni virtutum), il cui nome e le vicende
sono scritte nella prima parte dell'iscrizione - la più rovinata
-, morì a
63 anni verso le calende di gennaio 1713 (il 1 gennaio). Il nome
purtroppo non è decifrabile e nemmeno le vicende.
(Traduzione
cortesemente eseguita da Paola Ircani Menichini) |