Altra chiesa, molto
anteriore al 1537, era quella di S. Martino, la quale sorgeva
probabilmente all'inizio della strada dell'Acquabona, ove ora è la casa
colonica del Comm. Vestrini, abitata dai Mugellesi, o in quei pressi. La
via di San Martino si chiamò cosi appunto perché conduceva a quella
chiesa... non si trova più traccia della chiesa di S. Martino, la quale dopo
il 1675 deve essere stata definitivamente abbandonata, rimanendone il
ricordo nelle rogazioni del Maggio, perché appunto all'imbocco della via dell'Acquabona si recitava l'orazione di S.
Martino. Ora però anche le rogazioni in campagna sono scomparse
dall'uso consuetudinario e tradizionale. Per cui a ricordo della chiesa
di S. Martino, rimane soltanto il nome della via principale del paese. (Nencini
1925)
Per
gentile concessione della sig.ra Paola Ircani Menichini riportiamo il
suo articolo
"Piccoli conventi annessi: S. Martino di Rosignano di Maremma"
pubblicato su «La SS. Annunziata», periodico bimestrale del
Santuario di Firenze, a. XXIV, n. 6, novembre-dicembre 2004.
(La foto sopra fa parte dell'articolo n.d.r.)
Piccoli conventi annessi: S. Martino di Rosignano di Maremma
Gli
Annali dei Servi di Maria (II volume, Lucca 1721) ricordano il convento
di Rosignano Marittimo nel 1569.
In
quei tempi fu concesso al nostro Ordine di ricevere almeno tre conventi,
secondo i documenti che si potè raccogliere. Il primo fu nella campagna
pisana presso Rosignano e dall'anno 1569 l'ottennero in dono i padri
della SS. Annunziata spontaneamente dagli abitanti di quel villaggio; il
titolo era S. Martino. I Padri lo abitarono per vari anni e fra gli
altri il noto lacopo Tavanti
[t1607]; e lo fornirono delle cose necessarie. Però a causa della
povertà del luogo e di altri molti inconvenienti, dovettero
allontanarsi, tornare di nuovo e alla fine renderlo libero
all'arcivescovo di Pisa. Anche il p. Piermei (t1807) segnalò il convento
di Rosignano nell'elenco dei cenobi del 1580 e ai tempi nostri il p.
Forconi gli dedicò una piccola bibliografia. Chi scrive, una decina di
anni fa, ne trovò notizia nei registri dell'Archivio di Stato di Pisa.
Erano i beni tassati della SS. Annunziata di Firenze nel 1561: due
partite di terra soda a S. Martino e a Sassibianchi di Rosignano. La
descrizione citava come confini una Torricella, i beni della
Compagnia, la via verso le Serre, il botro (fossato) di S.
Martino e naturalmente il Borgo omonimo. Ultimamente abbiamo
trovato all'Archivio di Stato di Firenze un documento che data la
fondazione del convento al 1529:
"Richordo oggi questo dì vi [6] d'aprile 1529 chome el padre
priore cho' e padri e chonvento di sancta Maria de Servi di Firenze
chostituirono priore del chonvento di Rosignano della Maremma di Pisa
frate Giuliano di Rinieri da Pisa chon queste chondizioni che ogni anno
pe lla Donna di marzo [il 25,l'Annunciazione] debba dare f. dua decto
anno e di iii anni in iii anni e avenire la richognizione qui a nostri
padri e priore di questo convento e non venendo alla richognizione ne
decti tempi s'intenda esser richaduto e venendo per la confermalzione e
porttandosi bene e detti nostri padri e frati sieno obligati a
chonfermarllo..."
Per
i primi tempi le cose andarono bene, e S. Martino contribuì anche alla
fondazione della chiesa di S. Rocco di Rosignano
nel 1537. Poi, nella seconda metà del '500 giunse la recessione in
Toscana e i Servi lasciarono il paese. Nel 1642 gli abitanti fecero un
tentativo presso i Francescani per riristinare il luogo sacro.
Oggi è difficile persino cercare la collocazione di questa chiesa che
dovette essere antichissima. Un pallido ricordo fino a qualche decennio
fa erano le rogazioni che all'inizio di una strada particolare del paese
prevedevano la recita di una preghiera proprio a S. Martino.
Paola
Ircani Menichini |