Paolo Pagnini,
fotoamatore da sempre, si mette in evidenza subito conseguendo
riconoscimenti in Italia e all’estero; dall’84 sceglie la strada del
professionismo con grande entusiasmo;
collabora con varie testate editoriali anche estere; si dedica
all’insegnamento della tecnica fotografica, composizione e critica dell' immagine;
nel 1995, l’affiliazione al gruppo “Rodolfo Namias”, imprime una
decisa svolta artistica a tutti i suoi lavori fotografici; insieme a
pochissimi altri appassionati, riprende
i processi delle antiche tecniche di stampa, producendo delle vere e proprie opere d’arte per esposizioni in tutto il mondo; moltissime sue opere
fanno parte di gallerie e collezioni private. ****** Luglio 2016 - Paolo Pagnini benemerito della fotografia - Prestigioso premio del delegato regionale Fiaf e dell’Avis. Accolto dagli applausi del pubblico e degli addetti ai lavori, Paolo Pagnini ha ricevuto al circolo Canottieri l'onorificenza di BENEMERITO DELLA FOTOGRAFIA ITALIANA. A consegnarla, il delegato regionale Fiaf (Federazione italiana delle associazioni fotografiche - Carlo Lucarelli), con l'organizzazione della serata da parte della sezione comunale Avis e del circolo Fabbricaimmagini, punto di riferimento sul territorio. Gli spunti critici non sono mancati, soprattutto durante la proiezione delle diapositive digitali. Pagnini, amante del paesaggio come della figura e della sperimentazione, ha proposto una serie di scatti divisi per temi dagli anni Sessanta, quando ha cominciato a scattare con la prima reflex, a oggi. Inutile dire come nel corso del tempo il personale percorso artistico sia evoluto, regalandogli non poche soddisfazioni con i concorsi e con le collaborazioni di qualità, come quella con il gruppo Rodolfo Namias di Parma per valorizzare le antiche tecniche di stampa. La conoscenza della camera oscura e del mondo analogico hanno scavato la differenza. «Sono orgoglioso - ha detto Lucarelli alla fine della serata - di consegnare a Paolo questo diploma, perché dal lato professionale è cresciuto nell'epoca dello scatto singolo e delle fotografie in medio formato, come il negativo sei centimetri per sei». Un esempio, quest'ultimo, che forse pone un dubbio ai nativi digitali, ma chiarisce quanto sia difficile misurarsi con un'altra epoca, dove oltre alla tecnica contavano il colpo d'occhio e la confidenza con gli strumenti meccanici di precisione. Insomma, un'esperienza affascinante ma non per tutti. La produzione di Pagnini, professionista, è ampia. Tra i premi ricevuti, spicca il primo posto in "Portfolio Toscana", conquistato nel 2014 con l'opera intitolata "Dialogo", una serie di scatti composti tra le dune della nostra costa. Senza considerare il suo laboratorio creativo, ossia Fabbricaimmagini di Rosignano, circolo frequentato da appassionati che, nel corso del tempo, si sono distinti per produzione e capacità di approfondire gli argomenti scelti. Risultati che il protagonista di questa storia minimizza ("ho iniziato per divertimento") ha centrato grazie al gioco di squadra.(M. Falorni per Il Tirreno del 22/7/2016) ****** Paolo Pagnini è deceduto a 80 anni il 6 febbraio 2023 dopo una lunga lotta con l'alzheimer. Addio al maestro della luce. Il ritratto di un grande fotoamatore. Paolo Pagnini, tra i pionieri della fotografia a Rosignano. L’allievo ed “erede” Riccardo Gazzarri lo definisce «portavoce della foto d’autore» Per i suoi allievi e gli amici di una vita resterà sempre il maestro. Paolo Pagnini è morto ieri mattina all’ospedale di Cecina, circondato dall’affetto della moglie Mirella, della figlia Rosella affermata disegnatrice e del fratello Roberto, presidente del Circolo Canottieri Solvay. La salma è stata trasportata alla stanza mortuaria del cimitero di Marittimo, dove oggi (martedì 7) nella piccola cappella alle ore 14.30 si svolgerà una breve funzione. La notizia si è subito diffusa in città, perché Paolo, classe 1943, era conosciuto e stimato da tutti, tanto era buono, gentile e corretto. Lascia tanti ricordi e affetti in chi aveva seguito le sue lezioni imparando i segreti delle immagini. Era malato da tempo, aveva 79 anni. Riccardo Gazzarri, titolare del corso di fotografia all’Università Popolare, è il suo erede. «Sono stato suo allievo e poi – dice al telefono – ne ho preso il posto quando lui ha smesso di insegnare. È stato il portavoce della foto d’autore e fotoamatore per eccellenza, coniugando la professione di fotografo all’arte della fotografia. Sì, ha lavorato a lungo nello stabilimento Solvay di Rosignano come progettista all’ufficio disegni, lasciando poi l’azienda per aprire il negozio in centro e dedicarsi alla sua grande passione. Chi frequentava quelle stanze aveva la possibilità di scambiare idee e impressioni, imparando sempre cose nuove. Era un punto d’incontro, in cui gli appassionati non andavano solo per sviluppare un rullino. Lascia un vuoto profondo nella comunità rosignanese». Pagnini, uomo colto e interessato, dipingeva con la luce. Membro del gruppo “Rodolfo Namias” di Parma, aveva recuperato le antiche tecniche di stampa proponendo meravigliosi viraggi a tema paesaggio e nature morte. Una curiosità: nell’ottobre 2000, ricevette al castello Mario Stellatelli, ex chimico industriale di grandissima cultura e maestro del genere. Fu una lezione memorabile, dove insieme spiegarono ai numerosi presenti come nasce una stampa così particolare in camera oscura. Paolo, che di ingranditori e bagni di sviluppo sapeva tutto, aggiunse considerazioni personali e poi, con l’ospite, rispose alle domande. Nell’estate 2016, ai Canottieri, il delegato regionale Fiaf Carlo Lucarelli gli consegnò l’onorificienza Bfi, ossia benemerito della fotografia italiana, uno dei massimi riconoscimenti dell’associazione, per testimoniarne il percorso eclettico e innovativo iniziato negli anni sessanta con le macchine analogiche anche a telemetro e l’adorato bianco e nero, che nel 1965 gli regalò il primo premio. Seguiranno il colore, la sperimentazione e la capacità di confrontarsi sempre con situazioni diverse trovando un originale punto di vista grazie alla capacità di composizione e alla sensibilità personale. Che nel tempo lo hanno distinto ben oltre i confini regionali. «Purtroppo ce lo aspettavamo – afferma Fabio Capaccioli, fondatore con Pagnini e attuale presidente dell’associazione culturale Fabbricaimmagini – , Paolo è molto più di un capitolo di storia. Una gran bella persona con cui ho condiviso meravigliose esperienze. Un altro amico che se ne va». Il sodalizio, Pagnini lo ripeteva spesso, aveva l’obiettivo di diffondere l’arte nelle sue molteplici forme, partendo dalla fotografia. Aveva talento e garbo e i suoi allievi, come i suoi amici, lo hanno pianto per tutto il giorno dedicandogli frasi e ricordi pure sulle piattaforme social. Era e resta un maestro. Di Michele Falorni |
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Giugno 2009 aggiunte 36 foto su "Paesaggi toscani" |
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