Nibbiaia ieri
Il passaggio del fronte e la caduta dell'aereo americano ad Alberelli

  Il 10 giugno 1944, un aereo americano fu colpito dalla contraerea tedesca dislocata a Montenero: in fiamme cadde in località Alberelli (un’ala finì al Gorgo). Vi furono 5 morti dell’equipaggio: sopravvisse soltanto, gravemente ferito ed ustionato, il pilota John Ernest Kulik che fu portato in salvo dai partigiani del distaccamento, che dopo averlo curato lo consegnarono alla 5a Armata di Vada, tra i quali ebbe parte determinante il nibbiaiolo Renzo Giacomelli. Il Kulik, per riconoscenza, gli donò il suo orologio di servizio.
Il 20 giugno un gruppo di volontari circondò il paese di Nibbiaia mettendo in fuga il presidio fascista.
Il 27 giugno una pattuglia, guidata da Bruno Bernini, portatasi in prossimità del fronte, per accertare la situazione e stabilire le posizioni tedesche, nelle vicinanze di Nibbiaia, discendendo il monte Pelato, ebbe uno scontro a fuoco con le truppe tedesche, durante il quale cadde Silvano Pizzi.
Il 3 luglio 1944, Vada e Rosignano S. furono liberate, senza colpo ferire, da parte degli Americani.
L’8 luglio, alle ore 17, anche il capoluogo fu liberato: numerosi furono i morti fra i militari e la popolazione.
Il 10 luglio fu liberata Nibbiaia senza spargimento di sangue, mentre a Castelnuovo e Gabbro continuarono i combattimenti, per molti giorni, con alte perdite specie tra la popolazione (59).
Una volta liberata Livorno (19 luglio 1944), il distaccamento Oberdan Chiesa fu sciolto, ma alcuni partigiani scelsero di continuare a combattere a fianco degli alleati: tra questi dobbiamo ricordare i concittadini Renzo Giacomelli e Giuseppe Cantini.
Il primo fu ferito gravemente il 13-09-1944 nei pressi della “linea Gotica”, i secondo cadde il 22-09-1944 al Passo della Futa.
(Da "Nibbiaia" di Aldo Gabbani, scaricabile dal sito).

RAPPORTO ORIGINALE DEL FATTO ACCADUTO IL 10 GIUGNO 1944 (per gentile concessione di Luca Luperini)
DIPARTIMENTO DI GUERRA - QUARTIER GENERALE DELL'AERONAUTICA - RAPPORTO SULL'EQUIPAGGIO AEREO MANCANTE. RISERVATO.
Questo rapporto sarà compilato in triplice copia da ogni organizzazione delle forze armate aeree entro 48 ore da quando un apparecchio è stato dichiarato scomparso ufficialmente. L'aereo tipo B25J era partito dalla Corsica con buone condizioni meteo e scomparso in volo in battaglia.
Equipaggio di 6 persone: Pilota John Ernest Kulik sopravvissuto, ma gravemente ferito; Co-pilota Robert Damon deceduto;deceduto Bombardiere: Alexander Allen deceduto; Radio-mitragliere: Irvin Ross deceduto ; Mitragliere: Willard Archambeau deceduto; Mitragliere di coda: Clarence Knobeloch deceduto. A destra il mitragliere Archambeau.

Tre testimoni dichiarano di aver veduto l'aereo prima che scomparisse e pensano che ci siano dei sopravvissuti perchè i paracaduti sono stati usati, ma non c'è stata nessuna ricerca nella zona.
Il primo testimone Jhon Shaw certifica di aver veduto l'aereo scomparso il 10 giugno 1944 colpito sulla parte sinistra nel serbatoio carburante. L'aereo ha preso fuoco immediatamente cadendo in picchiata ed è scomparso dalla vista.
Il secondo testimone Theodore Foreman dichiara le stesse cose, aggiungendo di aver visto un paracadute in fiamme.
Il terzo testimone Richard Walden conferma le precedenti versioni ed aggiunge che il mitragliere di coda si è gettato con il paracadute, subito aperto, ma prendendo fuoco, mentre l'aereo cadeva al suolo ed ha visto un altro paracadute aprirsi ed atterrare vicino al luogo dell'impatto.
Il documento conclusivo sintetizza i fatti. Il pilota rimase seduto ancora circa un minuto dopo aver ordinato di buttarsi col paracadute. Il co-pilota si buttò, dopodiché l'aereo si capovolse e cadde in picchiata. Il pilota perse i contatti con gli altri aerei a causa del telefono di bordo fuori uso, quindi si buttò col paracadute. L'aereo si schiantò al suolo esplodendo. Il pilota gravemente ferito fu soccorso e salvato dai partigiani i quali riferirono successivamente che i cinque membri dell'equipaggio erano stati sepolti nel cimitero militare di Livorno. I testimoni che facevano parte della stessa missione, asserirono di aver visto quattro paracaduti, tre dei quali in fiamme. I partigiani dettero al pilota le piastrine di riconoscimento dei membri dell'equipaggio Damon, Ross e Archambeau.

Traduzione a cura della prof. Graziella Caroti

Nibbiaia  ieri