La chiesa fu consacrata ufficialmente a S.
Michele Arcangelo dal Vescovo di Livorno Mons. Piccioni il 26
ottobre 1929, pievano Giovanni Balzini. (Lapide in alto a
sinistra). Nel 1978 furono eseguiti alcuni lavori di
restauro che riportarono l'edificio all'austera semplicità del
suo barocco lineare. In occasione della sua riapertura,
avvenuta nel dicembre dello stesso anno, il Vescovo di Livorno Mons. Ablondi consacrò il nuovo altare,
pievano Luciano Musi. (Lapide a destra)
Foto 5 -
L'organo del 1821 (Pievano Domenico Tommasi).
Sopra la porta di ingresso è posto l'organo,
costruito da G.Tamiati nel 1821 sostenuto da quattro
mensole in legno decorate con motivi fitomorfi. Nella parte
centrale del parapetto esterno, due angeli con trombe
sostengono la cornice con la seguente iscrizione: G.TAMIATI/ FECE/1821. Il ballatoio in legno è l'unica parte
superstite dell'organo che fu sostituito nel dopoguerra.
Da:"Guida ai beni
storici e artistici di Rosignano Marittimo" di B.
Allegranti.
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Nuovo organo eretto per la prima
volta in questa chiesa pievania del Gabbro il di 7 di marzo
1820. Era già molto tempo, che da questa popolazione si desiderava di
arricchire questa chiesa di un organo per maggior decoro delle sacre
funzioni, e già più volte n’erano stati fatti vari progetti. Finalmente,
nel mese di dicembre dell’anno 1819, fu formata una questua generale per
tutto il paese ed animando gli individui d’ogni famiglia riuscì
felicemente nel suo intento, talché nel mese di marzo dell’anno corrente
1820, avendo già incassato una somma sufficiente di denaro, poté
comprare in Pisa un organo nuovo con l’aggiunta di una banda portatile
che fu trasportato poi in questa chiesa pievania il di 7 del mese
suddetto, e collocato provvisoriamente dietro l’altar maggiore, ove
trovasi di presente; questo organo con la suddetta banda fu comprato per
il prezzo di scudi cento diciotto, 1. sette senza includervi in questa
somma non poche spese occorsevi prima che fosse in questa chiesa in
grado da potervi suonare. Presentemente, si pensa di perfezionare questa
opera col fabbricare un’orchestra su la porta principale di questa
chiesa, ove poterlo stabilmente collocare.
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Nuova orchestra eretta in questa chiesa pievania del Gabbro nel mese di
aprile dell’anno 1821.
Ai primi del mese di marzo dell’anno suddetto 1821, si cominciò il
lavoro della nuova orchestra da alcuni legnaioli ed intagliatori fatti
venire dalla città di Livorno, essendo capo mastro Francesco Ciampi di
detta città, la quale orchestra restò perfettamente terminata il giorno
quattordici di aprile del medesimo anno; questa fu fatta fare tutto a
spese di Giuseppe Tamiati di questo luogo, il quale sborsò a tale
oggetto 1. ottocento circa e vi fece collocare nel mezzo il proprio
nome, e in questa circostanza il pievano Domenico Tommasi pensò a far
fare un piccolo battistero sotto dell’orchestra a guisa di cappelletta
centinata che, oltre a render decente questo locale, che prima non era,
servì ancora di opportuno ripiego per nascondere la vistosità della
scala per salire all’orchestra medesima; questo lavoro costò al pievano
suddetto centodieci lire, sei soldi e otto danari. [Archivio diocesano di
Livorno, pieve di S. Michele del Gabbro, Nuovo Campione] - (Da:
"La storia della pieve di San Michele e della Compagnia della Natività
di Maria del Gabbro" di Lando Grassi, Paola Ircani Menichini, Corrado
Palomba)
I nostri pittori
Foto 6 - Parlando di pittori non si può fare a meno di
ricordare, anche se non fu nativo del Gabbro, il grande
pittore Silvestro Lega che nell' ottocento fece del Gabbro
la sua temporanea residenza preferita, immortalando nei suoi
quadri i luoghi più belli del paese e dei dintorni. Si dice
che alla sua morte molti suoi quadri, di grande valore
artistico siano andati distrutti. Per ricordare questo
grande pittore, al Gabbro, è stato istituito un «Premio
pittura Silvestro Lega» per i pittori che si ispirano
al paesaggio del Gabbro. Oltre a Silvestro Lega il Gabbro fu
meta di altri insigni pittori che vogliamo qui ricordare.
- Mario Piancastelli, nato nel 1916, Bravo pittore assente
dal Gabbro per motivi di lavoro. Fin da giovinetto dimostrò
passione e amore per la pittura come testimoniano
numerosissimi suoi quadri molto apprezzati in Italia e
all'estero specialmente in Svizzera. Piancastelli è
culturalmente ben preparato e esperto dell'arte in generale.
Nel 1948 anche altri paesani coltivarono l'hobby della
pittura.
- Gianfranco Biagini, nato nel 1936, la cui pittura in un
primo tempo fu definita paesaggistica e successivamente
espressionistica. Riportò grandi successi e i suoi quadri
sono esposti in varie pinacoteche d'Italia come Livorno,
Bologna, Firenze e a Recanati, dove su invito del Comune
allestì una mostra personale nell'atrio del palazzo
Comunale, riportando successi di pubblico e di critica. I
suoi quadri furono apprezzati anche all'estero specialmente
a Vienna in Francia. Un suo dipinto, di alto pregio
artistico, raffigurante la Resurrezione di Gesù, di m. 3.04
per m. 1,72, si trova nella Chiesa del Gabbro alle spalle
dell'altare maggiore.
- Al Biagini fece seguito il pittore Gino Gola, nato al Gabbro
nel 1927. Iniziò nel 1964 a ricevere premi per i suoi
dipinti. Le sue opere furono esposte in varie città italiane
tra cui Milano, Cagliari, Livorno, Firenze e in alcune
gallerie come al Kursal di Montecatini, ecc., riportando
apprezzamenti da critici d'arte.
I suoi quadri ebbero risonanza anche all'estero, in
Germania, Svizzera, Inghilterra, Francia, Austria, ecc. Egli
fece parte di giurie e partecipò a dibattiti d'arte.
- Nel 1975 il pensionato artigiano Giuseppe Quochi nato al
Gabbro nel 1914, iniziò a dipingere in stili NAIF all'età di
60 anni, si può dire, per scommessa con un suo genero. Fu
quello un sorprendente inizio. Tutti ben presto ammirarono
le capacità e l’estrosità di Giuseppe Quochi, ma il primo
positivo giudizio gli fu dato dal pittore Mario Piancastelli
suo cugino. Il Quochi ebbe subito significativi
riconoscimenti anche da parte di altri esperti e critici,
tra questi il Prof. L. Servolini e il Prof. D. Andreucci. In
varie città italiane vinse molti premi, medaglie d'oro,
diplomi e trofei di ogni genere. Un grande successo riportò
pure in Francia nella città di Vienne, dove insieme col
pittore Biagi e con altri pittori livornesi, espose alcuni
su quadri. Negli ultimi giorni del 1979, alcune sue opere
sono state selezionate per partecipare in Belgio, a
Strasburgo, a una mostra NAIF di pittori europei.
Apprezzabili commenti riguardanti le sue opere si trovano su
importanti riviste artistiche.
- Ferrero Vernaccini, nato nel 1911, il quale fin da giovane
alternò il suo lavoro di falegname, alla pittura, pittura di
stile « Macchiaioli ». La sua vera attività con la tavolozza
e il pennello però, iniziò nel 1965 con la partecipazione a
mostre collettive a Livorno, Bologna, Ravenna, Roma, ecc.
riportando tangibili risultati.
Infine vanno ricordati i giovani pittori del Gabbro:
Giovanni Rossi, nato nel 1958. Con la sua pittura dai colori
marcati, raffigurante principalmente la natura, sta
riportando successi in concorsi e mostre collettive.
- Stefano Ballantini nato nel 1959 fa una pittura stile «
Macchiaioli ».
- Euro Michelotti (impiegato in banca).
Anche questi ultimi stanno riportando significativi
riconoscimenti in mostre collettive.
- Ai pittori gabbrigiani vanno aggiunti Vinicio Bagnoli e
Gianfranco Pongiani. Quest' ultimo alla pittura abbinò la
scultura in legno.
Da: "Il
mio paese Gabbro" di Jacopo Cadore Quochi 1979,
scaricabile dal sito
Foto 7 - A destra del presbiterio è sistemata la piccola
fonte battesimale in marmo bianco a base quadrata,
costituita da un dado con le superfici laterali concave. Su
di esso sono incisi la data (1591) ed il simbolo stilizzato
della Pia Casa di Misericordia di Pisa. Il fusto a colonna
sostiene il bacile di forma circolare di 43 cm. chiuso da
una fascia verticale aggettante.
(Non visibile)
Foto 8
- Alle spalle dell'altare maggiore, è collocato il
dipinto raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, un olio
su tela di scuola senese risalente al XV secolo. La tela fu
restaurata a titolo gratuito dal Prof. Paolo Gori negli anni
1988-93. Il lavoro di restauro è consistito nel rasare la
tela col bisturi fino a sfibrarla del tutto stendendola poi
su una nuova. Successivamente gli è stata ridata
consistenza, previa ripulitura delle parti di colore rimaste
originali. Sono state tolte le ripitturazioni recenti,
eseguite nel 1931, e ricostruita accuratamente l'immagine
rispettando l'opera originale. Il dipinto è incorniciato da
una raggiera in legno dorato, che è parte integrante del
tronetto espositivo in legno del secolo XIX. Sotto il
dipinto le iscrizioni, a sinistra: Fatto nell'anno 1993; al
centro: MADRE DEL BUON CONSIGLIO PREGA PER NOI; a destra:
Proteggici o misericordiosa.
Da:"Guida ai beni storici e artistici di Rosignano
Marittimo" di B. Allegranti
Foto 9
- Nella parte sinistra dell'abside, è collocato
il dipinto raffigurante S. Michele Arcangelo, un olio su
tavola (133 x 90 cm.), restaurato a cura della Soprintendenza
alle Belle Arti di Pisa.
S. Michele è in piedi con la spada
impugnata nella mano destra pronta a colpire. Con la mano
sinistra impugna una catena spezzata, simbolo di libertà.
Sottomesso al Santo è raffigurato il diavolo tra le fiamme
dell'inferno.
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