Gabbro oggi   
L'interno della chiesa. Pianta è a croce latina, con due cappelle laterali a metà circa della lunghezza.  L'altare maggiore della chiesa. L'altare dx con il tabernacolo. La cappella a sx con l'organo.
L'organo del 1821 (Pievano Domenico Tommasi) Quadri del pittore locale Gianfranco Biagini. A sx 'Pentecoste' 1983, sotto 'Cenacolo' 1982, al centro 'Natività' 1984, a dx 'Deposizione' 1979. Fonte battesimale del 1591. Madonna del Buon Consiglio risalente al XV secolo.
 S. Michele Arcangelo. Il tabernacolo sull'altare dx.
L'interno della chiesa di S.Michele.

  La chiesa fu consacrata ufficialmente a S. Michele Arcangelo dal Vescovo di Livorno Mons. Piccioni il 26 ottobre 1929, pievano Giovanni Balzini. (Lapide in alto a sinistra). Nel 1978 furono eseguiti alcuni lavori di restauro che riportarono l'edificio all'austera semplicità del suo barocco lineare. In occasione della sua riapertura, avvenuta nel dicembre dello stesso anno, il Vescovo di Livorno Mons. Ablondi consacrò il nuovo altare, pievano Luciano Musi. (Lapide a destra)
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L'organo del 1821 (Pievano Domenico Tommasi). Sopra la porta di ingresso è posto l'organo, costruito da G.Tamiati nel 1821 sostenuto da quattro mensole in legno decorate con motivi fitomorfi. Nella parte centrale del parapetto esterno, due angeli con trombe sostengono la cornice con la seguente iscrizione: G.TAMIATI/ FECE/1821. Il ballatoio in legno è l'unica parte superstite dell'organo che fu sostituito nel dopoguerra.
Da:"Guida ai beni storici e artistici di Rosignano Marittimo" di B. Allegranti.
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Nuovo organo eretto per la prima volta in questa chiesa pievania del Gabbro il di 7 di marzo 1820. Era già molto tempo, che da questa popolazione si desiderava di arricchire questa chiesa di un organo per maggior decoro delle sacre funzioni, e già più volte n’erano stati fatti vari progetti. Finalmente, nel mese di dicembre dell’anno 1819, fu formata una questua generale per tutto il paese ed animando gli individui d’ogni famiglia riuscì felicemente nel suo intento, talché nel mese di marzo dell’anno corrente 1820, avendo già incassato una somma sufficiente di denaro, poté comprare in Pisa un organo nuovo con l’aggiunta di una banda portatile che fu trasportato poi in questa chiesa pievania il di 7 del mese suddetto, e collocato provvisoriamente dietro l’altar maggiore, ove trovasi di presente; questo organo con la suddetta banda fu comprato per il prezzo di scudi cento diciotto, 1. sette senza includervi in questa somma non poche spese occorsevi prima che fosse in questa chiesa in grado da potervi suonare. Presentemente, si pensa di perfezionare questa opera col fabbricare un’orchestra su la porta principale di questa chiesa, ove poterlo stabilmente collocare.
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Nuova orchestra eretta in questa chiesa pievania del Gabbro nel mese di aprile dell’anno 1821. Ai primi del mese di marzo dell’anno suddetto 1821, si cominciò il lavoro della nuova orchestra da alcuni legnaioli ed intagliatori fatti venire dalla città di Livorno, essendo capo mastro Francesco Ciampi di detta città, la quale orchestra restò perfettamente terminata il giorno quattordici di aprile del medesimo anno; questa fu fatta fare tutto a spese di Giuseppe Tamiati di questo luogo, il quale sborsò a tale oggetto 1. ottocento circa e vi fece collocare nel mezzo il proprio nome, e in questa circostanza il pievano Domenico Tommasi pensò a far fare un piccolo battistero sotto dell’orchestra a guisa di cappelletta centinata che, oltre a render decente questo locale, che prima non era, servì ancora di opportuno ripiego per nascondere la vistosità della scala per salire all’orchestra medesima; questo lavoro costò al pievano suddetto centodieci lire, sei soldi e otto danari.
[Archivio diocesano di Livorno, pieve di S. Michele del Gabbro, Nuovo Campione] - (Da: "La storia della pieve di San Michele e della Compagnia della Natività di Maria del Gabbro" di Lando Grassi, Paola Ircani Menichini, Corrado Palomba)
                                          
I nostri pittori
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- Parlando di pittori non si può fare a meno di ricordare, anche se non fu nativo del Gabbro, il grande pittore Silvestro Lega che nell' ottocento fece del Gabbro la sua temporanea residenza preferita, immortalando nei suoi quadri i luoghi più belli del paese e dei dintorni. Si dice che alla sua morte molti suoi quadri, di grande valore artistico siano andati distrutti. Per ricordare questo grande pittore, al Gabbro, è stato istituito un «Premio pittura Silvestro Lega»  per i pittori che si ispirano al paesaggio del Gabbro. Oltre a Silvestro Lega il Gabbro fu meta di altri insigni pittori che vogliamo qui ricordare.
- Mario Piancastelli, nato nel 1916, Bravo pittore assente dal Gabbro per motivi di lavoro. Fin da giovinetto dimostrò passione e amore per la pittura come testimoniano numerosissimi suoi quadri molto apprezzati in Italia e all'estero specialmente in Svizzera. Piancastelli è culturalmente ben preparato e esperto dell'arte in generale.
Nel 1948 anche altri paesani coltivarono l'hobby della pittura.
- Gianfranco Biagini, nato nel 1936, la cui pittura in un primo tempo fu definita paesaggistica e successivamente espressionistica. Riportò grandi successi e i suoi quadri sono esposti in varie pinacoteche d'Italia come Livorno, Bologna, Firenze e a Recanati, dove su invito del Comune allestì una mostra personale nell'atrio del palazzo Comunale, riportando successi di pubblico e di critica. I suoi quadri furono apprezzati anche all'estero specialmente a Vienna in Francia. Un suo dipinto, di alto pregio artistico, raffigurante la Resurrezione di Gesù, di m. 3.04 per m. 1,72, si trova nella Chiesa del Gabbro alle spalle dell'altare maggiore.
- Al Biagini fece seguito il pittore Gino Gola, nato al Gabbro nel 1927. Iniziò nel 1964 a ricevere premi per i suoi dipinti. Le sue opere furono esposte in varie città italiane tra cui Milano, Cagliari, Livorno, Firenze e in alcune gallerie come al Kursal di Montecatini, ecc., riportando apprezzamenti da critici d'arte.
I suoi quadri ebbero risonanza anche all'estero, in Germania, Svizzera, Inghilterra, Francia, Austria, ecc. Egli fece parte di giurie e partecipò a dibattiti d'arte.
- Nel 1975 il pensionato artigiano Giuseppe Quochi nato al Gabbro nel 1914, iniziò a dipingere in stili NAIF all'età di 60 anni, si può dire, per scommessa con un suo genero. Fu quello un sorprendente inizio. Tutti ben presto ammirarono le capacità e l’estrosità di Giuseppe Quochi, ma il primo positivo giudizio gli fu dato dal pittore Mario Piancastelli suo cugino. Il Quochi ebbe subito significativi riconoscimenti anche da parte di altri esperti e critici, tra questi il Prof. L. Servolini e il Prof. D. Andreucci. In varie città italiane vinse molti premi, medaglie d'oro, diplomi e trofei di ogni genere. Un grande successo riportò pure in Francia nella città di Vienne, dove insieme col pittore Biagi e con altri pittori livornesi, espose alcuni su quadri. Negli ultimi giorni del 1979, alcune sue opere sono state selezionate per partecipare in Belgio, a Strasburgo, a una mostra NAIF di pittori europei. Apprezzabili commenti riguardanti le sue opere si trovano su importanti riviste artistiche.
- Ferrero Vernaccini, nato nel 1911, il quale fin da giovane alternò il suo lavoro di falegname, alla pittura, pittura di stile « Macchiaioli ». La sua vera attività con la tavolozza e il pennello però, iniziò nel 1965 con la partecipazione a mostre collettive a Livorno, Bologna, Ravenna, Roma, ecc. riportando tangibili risultati.
Infine vanno ricordati i giovani pittori del Gabbro: Giovanni Rossi, nato nel 1958. Con la sua pittura dai colori marcati, raffigurante principalmente la natura, sta riportando successi in concorsi e mostre collettive.
- Stefano Ballantini nato nel 1959 fa una pittura stile « Macchiaioli ».
- Euro Michelotti (impiegato in banca).
Anche questi ultimi stanno riportando significativi riconoscimenti in mostre collettive.
- Ai pittori gabbrigiani vanno aggiunti Vinicio Bagnoli e Gianfranco Pongiani. Quest' ultimo alla pittura abbinò la scultura in legno.  
Da: "Il mio paese Gabbro" di Jacopo Cadore Quochi 1979, scaricabile dal sito 
Foto 7
- A destra del presbiterio è sistemata la piccola fonte battesimale in marmo bianco a base quadrata, costituita da un dado con le superfici laterali concave. Su di esso sono incisi la data (1591) ed il simbolo stilizzato della Pia Casa di Misericordia di Pisa. Il fusto a colonna sostiene il bacile di forma circolare di 43 cm. chiuso da una fascia verticale aggettante.
(Non visibile)
Foto 8
- Alle spalle dell'altare maggiore, è collocato il dipinto raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, un olio su tela di scuola senese risalente al XV secolo. La tela fu restaurata a titolo gratuito dal Prof. Paolo Gori negli anni 1988-93. Il lavoro di restauro è consistito nel rasare la tela col bisturi fino a sfibrarla del tutto stendendola poi su una nuova. Successivamente gli è stata ridata consistenza, previa ripulitura delle parti di colore rimaste originali. Sono state tolte le ripitturazioni recenti, eseguite nel 1931, e ricostruita accuratamente l'immagine rispettando l'opera originale. Il dipinto è incorniciato da una raggiera in legno dorato, che è parte integrante del tronetto espositivo in legno del secolo XIX. Sotto il dipinto le iscrizioni, a sinistra: Fatto nell'anno 1993; al centro: MADRE DEL BUON CONSIGLIO PREGA PER NOI; a destra: Proteggici o misericordiosa.
Da:"Guida ai beni storici e artistici di Rosignano Marittimo" di B. Allegranti
Foto 9
- Nella parte sinistra dell'abside, è collocato il dipinto raffigurante S. Michele Arcangelo, un olio su tavola (133 x 90 cm.), restaurato a cura della Soprintendenza alle Belle Arti di Pisa. S. Michele è in piedi con la spada impugnata nella mano destra pronta a colpire. Con la mano sinistra impugna una catena spezzata, simbolo di libertà. Sottomesso al Santo è raffigurato il diavolo tra le fiamme dell'inferno.

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Gianfranco Biagini biografia