In
tutti gli anniversari che si rispettino, mentre si fa un bilancio del
presente, si va con la memoria al passato: un passato che per ognuno ha
una sua particolare valenza. Che non necessariamente coincide con quella
degli altri.
Si
prende l'album dei ricordi e si sfoglia: e la rievocazione del "come
eravamo", pur correndo su mille rivoli diversi, contribuisce a
ricomporre un patrimonio comune, a far rivivere un tutto.
Ecco,
è forse proprio la difficoltà di dar voce ad un'intera comunità o il
pericolo di cadere nella parzialità o, magari, il timore di toccare certe
note, che ci hanno spinto a delegare ad altri la testimonianza, con questo
libro, dei nostri 75 anni di vita a Rosignano. Ci siamo chiesti: 75 anni
tutto sommato così complessi, avrebbero consentito, a noi, di parlare di
noi? Abbiamo ritenuto di no.
Più
giusto ci è sembrato rivolgerci a due "stranieri", noti per una
cultura ricca di impegno e sensibilità. battagliero, arguto e
profondamente legato alla natura l'uno, sottilmente capace di cogliere il
più intimo significato di un paesaggio l'altro. Entrambi usi a non
rimanere alla superficie, ma a ricercare di un luogo, di un animo o di
un'atmosfera le più riposte sfaccettature.
Certo,
c'erano dei pericoli insiti in questa scelta. Ma c'era anche la certezza
quasi assoluta che di noi, di Rosignano, dei suoi abitanti, sarebbe emersa
l'immagine più completa, imparziale e, soprattutto, più inedita. E c'era
la speranza che un altro sapesse e potesse catturare anche un aspetto
poetico, forse a noi ormai nascosto.
Questo
libro, in fondo, è stato una sorpresa anche per noi: per la prima volta
ci siamo visti con occhi diversi. Abbiamo ricordato cose dimenticate,
abbiamo colto aspetti che mai avevamo notato, abbiamo scoperto di noi cose
insospettate.
Ma,
alla fine, ci siamo riconosciuti. O, sarebbe meglio dire, ci siamo
conosciuti?
Luciano
Balducci
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