Castiglioncello
rappresenta in qualche modo la memoria storica dell'archeologia di
questo territorio, con i suoi ritrovamenti che risalgono già al XVIII
secolo, con la poliedrica figura di Diego Martelli che scopriamo anche
appassionato cultore dell'antico e con quella del Soprintendente Luigi
A. Milani, fondatore qui di uno dei primi musei
"decentrati", quando il centralismo era imperante.
Un patrimonio di cui si sono
sentiti un po' defraudati gli abitanti di Castiglioncello quando nel
1973 il 'loro' Museo venne chiuso ed il materiale trasportato a Firenze
e collocato in magazzini inaccessibili. Ma la necropoli di
Castiglioncello, con le sue oltre trecento tombe, rappresenta uno dei
principali contesti tardo-ellenistici dell'Etruria settentrionale, che
questa mostra si propone di valorizzare, anche in vista dell'auspicata
riapertura del Museo Nazionale di Castiglioncello. L'occasione
per questa esposizione è stata fornita dal rinvenimento, nel luglio del
1997, di un cospicuo numero di tombe in occasione di lavori di
risistemazione del parco del CastelloPasquini. Edina Regoli |