MONTE
ALLA RENA: |
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II Consiglio di Frazione di Rosignano Solvay, anche dietro l'insistenza di numerosi cittadini, ci ha invitati, l'anno scorso, a scrivere qualcosa sul Monte alla Rena. Un'idea che abbiamo
accolto e sviluppato per l'entusiasmo ed il desiderio di quei ragazzi del
'30 e del '40 che portano ancora, dentro di loro, "lo struggente
ricordo della prima giovinezza e dei loro amori, sbocciati tra quelle dune
e quella macchietta." Non esistevano, in
proposito, indagini esaustive ed abbiamo dovuto ricostruire in senso
geologico, architettonico e storico-sociale tutto ciò che aveva come
connotazione quella zona conosciuta come Monte o Monti alla Rena. Tale
termine non indica, ne identifica soltanto quel "piccolo acrocoro
sabbioso" , ormai scomparso, ma una vasta parte del territorio a mare
di Rosignano. Era questa una costa aspra e silenziosa, dove il maestrale
mormorava sommesse parole tra le flessuose cannugiole, le tamerici ed il
lillatro e le onde si rincorrevano, in un moto eterno, carezzando la
spiaggia deserta e solitaria che da Caletta si spingeva sino a Vada. Qui, strisce e dune di
sabbia si intercalavano a grappoli neri di scogli, a pietre appuntite o
levigate dal soffiare dei venti. All'interno, i campi, nei campi "un
gran volo di allodole" . Poco più avanti, nell'insenatura del
Lillatro o nelle secche di Vada, i pescatori calavano le reti e spesso, la
pesca era miracolosa. All'improvviso, per lungimiranza di un uomo, la
fabbrica, le ciminiere, lo sviluppo di un nuovo centro urbano. Il "Paese Novo"
divenne l'Eldorado, quella landa pressoché deserta, si trasformò in un
enorme cantiere e lo Stabilimento Solvay il punto focale dell'intero
comprensorio. Questa ricerca vuol
tentare una ricostruzione del passato remoto di una parte importante del
nostro territorio: ci auguriamo che sia una testimonianza per i giovani ed
un tuffo nel passato per le persone più anziane, per tutti la scoperta o
la riscoperta del nostro patrimonio storico. |