Filidei è nella sua scultura come un padre è nel figlio, pur
differenziandosene profondamente. Basta ascoltarlo per capirlo. Mettersi
in ascolto, cioè, di fronte alle sue opere come deve essersi messo lui,
ingenuamente, di fronte al legno, all'argilla, alla pietra, prima che
fossero sue creature. Allora la gioia di Francesco, i lamenti di Jacopone,
i madrigali antichi, lo spirito dei sonetti e i silenzi misteriosi
dell'uomo si fanno vivi. I silenzi soprattutto, fatti di riposo, di
estasi, di agonia, di morte, di incrollabile speranza. Filidei è un uomo «antico», sincero, buono di animo e di cuore, che sa essere diplomatico ed esplodere fino a divenire puntiglioso; che non ammette compromessi con la propria coscienza.
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