ARTE E STORIA A CASTIGLIONCELLO
dall'epoca dei Macchiaioli al Novecento

Il processo di urbanizzazione del territorio di Castiglioncello ebbe inizio con i lavori di rifacimento della strada litoranea, intrapresi sotto il governo del Granduca Leopoldo II. La mappa del 1838, conservata nell'Archivio del Comune di Rosignano e relativa a quei lavori, consente una precisa visione del solitario profilo di Castiglioncello, destinato a rimanere immutato an­cora per qualche decennio. La vecchia strada litoranea costituiva l'unico accesso per chi, provenendo da Livorno, volesse inoltrarsi nella Maremma toscana: il viaggiatore che partiva da Firenze, doveva infatti utilizzare la strada ferrata Leopolda, che passava da Pontedera e, una volta a Livorno, prendere la litoranea, il cui percorso attraversava i sobborghi di Ardenza e Antignano, giungendo in poche miglia a Castiglioncello. Uno dei possibili itinerari alternativi procedeva da Pontedera dove, lasciata la ferrovia per la carrozza, si prendeva la via Emilia e passando da Colle Salvetti, si viaggiava in dire­zione di Cecina.
La zona attraversata dalla Litoranea nel tratto compreso tra la vallata del Quercetano e il piano di Vada, si presentava allora come una solitaria campagna, punteggiata da pochi, isolati edifici: la Torre Medicea, cinquecentesca costruzione denominata sulla pianta «Forte di Castiglioncello», si erigeva romita sullo scoglioso pendio della Punta, fronteggiando la piccola, seicentesca Chiesa di Sant'Andrea e l'edificio di meno remota costruzione, adibito a dogana. Questi stabili e i vasti terreni pertinenti erano proprietą del Demanio e tali sarebbero rimasti fino all'epoca dell'acquisto da parte di Diego Martelli.

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