La torre medicea, al
tempo, era assai affollata: ci abitavano Capo Rosso "giovanotto
invecchiato", il datteraio Manenche, Bocio, il Prussiano e Cesare
Archivolti. Di fronte alla torre la chiesetta di Sant'Andrea dove
veniva per le funzioni religiose il prete Carboneschi da Rosignano, la
casa governativa con la caserma della Guardia di Finanza
comandata dal maresciallo Fortunato Simonetti e la piccola casa di
Antonio Meucci con la moglie Maria e i figli Galileo, manovale, e Amos
che farà carriera nella Guardia di Finanza fino a diventare
generale...)
Fino alla fine degli anni '30 dai dirupi della torre, la vista si poteva
lanciare verso la
sottostante villa De Montel (l'ing. che costruì la ferrovia), oggi Godilonda, adagiata su uno spiazzo roccioso
tra i golfi del Quercetano e della Cianciafera, e verso la villa Parisi,
dominante la Punta Righini con alcune ville tra cui una in stile scozzese! Un
sentiero difficile da percorrere portava
verso la Mugginara sul lato sud del promontorio, su cui si ergevano un paio di ville. Per il resto si potevano
vedere solo scogli nudi a picco sul mare che, in parte, dove ora c'è la
Baracchina, saranno prelevati per la costruzione delle dighe del porto di
Livorno.(Da: "Castiglioncello: un
secolo di immagini" di C. Castaldi e G. Marianelli scaricabile
dalla sezione Scaricolibri del sito)
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