Oggi è una 
																celebrità in 
																tutto il mondo 
																internazionale 
																del cinema, del 
																teatro e della 
																televisione. Ma 
																nei primi anni 
																'60 subito dopo 
																essersi 
																diplomata 
																all'Accademia 
																delle Belle Arti 
																di Firenze, 
																quando partì da 
																Rosignano 
																Solvay, suo 
																paese natio, era 
																solo una bella 
																ragazza poco più 
																che ventenne 
																piena di molto 
																coraggio, di una 
																spiccata 
																ambizione e di 
																una forte 
																volontà. Il suo 
																nome è Gabriella 
																Pescucci, 
																professione 
																costumista. 
																Allora affrontò 
																con molta 
																serenità la 
																grande avventura 
																della vita. 
																Verrebbe da 
																dire: altro che 
																bamboccioni! 
																Dopo qualche 
																anno di gavetta 
																e di difficoltà 
																come si conviene 
																a tutte le 
																persone 
																destinate al 
																successo, 
																cominciò a farsi 
																strada nel campo 
																dello spettacolo 
																fino ad arrivare 
																nel 1994 ad 
																ottenere la 
																prestigiosa sta
tuetta 
																dell'Oscar per i 
																migliori costumi 
																in “L'età 
																dell'innocenza” 
																di Martin 
																Scorsese. Con 
																Scorsese fece la 
																sua prima 
																esperienza di 
																cinema americano 
																e non fu facile 
																lavorare in 
																quell'ambiente, 
																così diverso 
																dalla produzione 
																italiana dove 
																aveva fino ad 
																allora operato e 
																quindi, come 
																dice al telefono 
																parlando da 
																Dublino, 
																quell'Oscar per 
																lei ebbe una 
																doppia 
																importanza. 
																Voglio dirlo 
																senza false 
																modestie: quel 
																lontano giorno 
																in cui Gabriella 
																salutò gli amici 
																sotto la rotonda 
																del Circolo 
																Canottieri 
																Solvay per 
																partire per 
																Roma, conoscendo 
																le sue doti 
																creative e la 
																sua 
																determinazione 
																ero sicuroche 
																per lei il 
																successo sarebbe 
																arrivato. Da 
																tempo si trova a 
																Dublino dove con 
																una grande casa 
																di produzione 
																Usa sta 
																realizzando i 
																costumi per una 
																serie televisiva 
																di grande 
																successo 
																ambientata in 
																una Inghilterra 
																fine ’800. 
																Signora Pascucci, 
																può raccontare 
																quali furono i 
																suoi primi passi 
																nel mondo del 
																cinema? «Quando 
																sono arrivata a 
																Roma ho avuto la 
																fortuna di 
																incontrare il 
																grande Umberto 
																Tirelli, 
																titolare della 
																omonima famosa 
																sartoria. Era un 
																vero e proprio 
																personaggio ed è 
																stato il mio 
																primo maestro. 
																Grazie a lui ho 
																potuto diventare 
																assistente prima 
																di Piero Tosi e 
																poi di Pier 
																Luigi Pizzi, due 
																grandi 
																costumisti del 
																cinema e del 
																teatro italiano. 
																Con il primo 
																collaborai per 
																"Medea" di Pier 
																Paolo Pasolini e 
																con il secondo 
																per "Morte a 
																Venezia" di 
																Luchino 
																Visconti. 
																Figurati che non 
																mi pagavano 
																nemmeno, perché 
																ero ancora in 
																fase di 
																apprendimento. 
																Un po' di denaro 
																cominciai a 
																vederlo solo 
																dopo i primi due 
																o tre film. Poi 
																diventai 
																titolare». 
																Gabriella 
																Pescucci ha 
																creato costumi 
																anche per opere 
																liriche date 
																alla Scala di 
																Milano come la 
																"Norma", 
																direttore 
																Francesco 
																Molinari 
																Pradelli, regia 
																di Mauro 
																Bolognini e 
																"Ballo in 
																maschera" 
																diretta da 
																Riccardo Muti, 
																regia di Liliana 
																Cavani, 
																coreografie di 
																Micha Van Hoecke. 
																E' stata anche 
																costumista per 
																l'opera di 
																teatro musicale 
																"Giulietta e 
																Romeo" con la 
																regia di Sergio 
																Carrubba. Nel 
																suo palmares ci 
																sono altre due 
																candidature per 
																l'Oscar, una per 
																"Le avventure 
																del barone di 
																Munchausen" di 
																Terry Gilliam e 
																l'altra per "La 
																fabbrica di 
																cioccolato" di 
																Tim Burton. Ha 
																vinto anche 
																sette Nastri 
																d'Argento per 
																"Fatti di gente 
																per bene" di 
																Mauro Bolognini, 
																"Divina 
																creatura" di 
																Giuseppe Patroni 
																Griffi, "La 
																città delle 
																donne" di 
																Federico 
																Fellini, "Il 
																nome della rosa" 
																di Jean Jacques 
																Annaud, "Le 
																avventure del 
																barone di 
																Munchausen", 
																"L'età 
																dell'innocenza" 
																e "La fabbrica 
																di cioccolato". 
																Inoltre ha 
																conquistato due 
																David di 
																Donatello per 
																"Il mondo nuovo" 
																di Ettore Scola 
																e ancora per "Il 
																nome della 
																rosa". Lei è 
																anche molto 
																orgogliosa di 
																aver vinto due 
																premi BAFTA per 
																"Le avventure 
																del barone di 
																Munchausen" e 
																"C'era una volta 
																in America" di 
																Sergio Leone. Il 
																premio BAFTA (British 
																Academy of Film 
																and Television 
																Arts) è 
																considerato come 
																equivalente 
																britannico 
																dell'Oscar e uno 
																dei più 
																prestigiosi 
																premi del cinema 
																al mondo. Anche 
																la televisione 
																le ha dato molte 
																soddisfazioni 
																con il grande 
																successo 
																riportato per la 
																serie "Penny 
																Dreadful" con i 
																costumi di epoca 
																vittoriana e per 
																"I Borgia" con i 
																costumi 
																rinascimentali 
																con cui ha vinto 
																l' Emmy Awards 
																che è il premio 
																più importante 
																al mondo per la 
																TV. E per non 
																farsi mancare 
																niente, 
																Gabriella ha 
																realizzato anche 
																i costumi per la 
																cerimonia di 
																apertura dei 
																giochi olimpici 
																invernali di 
																Torino nel 2006. 
																Anche il Comune 
																di di Rosignano 
																ha voluto 
																rendere omaggio 
																alla sua 
																cittadina 
																Gabriella 
																allestendo nel 
																1995 al Castello 
																Pasquini di 
																Castiglioncello 
																una rassegna di 
																gran parte dei 
																costumi da lei 
																creati per il 
																cinema, la 
																lirica e la 
																danza. La mostra 
																si intitolava 
																"Storie di 
																vestiti" ed era 
																stata curata da 
																Caterina d'Amico 
																nipote di Suso, 
																sceneggiatrice 
																di tante 
																pellicole 
																cinematografiche. 
																L'esposizione 
																dei costumi durò 
																quattro mesi e 
																riportò un 
																enorme successo 
																di pubblico. 
																Oltre a quei 
																registi già 
																citati la 
																Pescucci ha 
																lavorato anche 
																con Francesco 
																Rosi, Marco 
																Bellocchio, Dino 
																Risi e con il 
																suo conterraneo 
																Paolo Virzì in 
																"La prima cosa 
																bella". Qual è 
																stato, fra i 
																registi con i 
																quali lei ha 
																lavorato, che 
																l’ha più colpita 
																come artista e 
																come uomo? «In 
																verità è 
																estremamente 
																difficile, anzi 
																impossibile fare 
																una classifica 
																perché sono 
																tutti grandi 
																registi, ma 
																quello che più 
																mi ha 
																impressionato è 
																stato Federico 
																Fellini perché 
																era un genio 
																anche se 
																faticoso, 
																incantatore di 
																serpenti, molto 
																intelligente e 
																soprattutto 
																fornito di una 
																innata cortesia. 
																Una figura di 
																regista davvero 
																unica. Non posso 
																tuttavia fare a 
																meno di citare 
																anche Martin 
																Scorsese che è 
																un adorabile 
																padrone del 
																set». E' stata 
																insignita anche 
																del titolo di 
																Commendatore, ma 
																lei molto 
																modestamente 
																preferisce 
																minimizzare. 
																Tuttavia credo 
																che sia un 
																titolo più che 
																meritato. 
																Infatti 
																Gabriella, oltre 
																ad una profonda 
																conoscenza della 
																storia e in 
																particolare di 
																quella 
																dell'arte, 
																possiede una 
																grande cultura 
																dell'evoluzione 
																del costume nel 
																tempo che va 
																dall'antico 
																Egitto all'età 
																romana al medio 
																evo al 
																rinascimento e 
																al periodo 
																romantico. Ha 
																una invidiabile 
																memoria 
																raffigurativa e 
																lavora usando 
																delle cartelle 
																in cartoncino 
																dove disegna 
																quelli che 
																dovranno essere 
																i costumi di 
																scena. Per fare 
																bene la sua 
																professione è 
																necessaria anche 
																tanta 
																diplomazia? 
																«Bisogna 
																soprattutto 
																mediare con la 
																produzione, con 
																il cast e con il 
																regista per 
																portare tutti 
																quanti a 
																condividere le 
																scelte più 
																giuste per ciò 
																che riguarda i 
																costumi» Qualche 
																giornalista le 
																ha attribuito 
																una relazione 
																sentimentale con 
																Sean Connery 
																durante le 
																riprese di "Il 
																nome della 
																rosa". «Si 
																tratta di una 
																vera e propria 
																bufala - 
																smentisce decisa 
																la signora 
																Gabriella - 
																Certo, Connery è 
																un uomo 
																affascinante e 
																con me è stato 
																sempre molto 
																gentile. Forse 
																questa sua 
																gentilezza è 
																stata scambiata 
																per qualcosa di 
																simile ad un 
																assiduo 
																corteggiamento. 
																Ma ciò è 
																assolutamente 
																falso». Quanto 
																porta nel cuore 
																il paese natìo? 
																«Ci vediamo a 
																dicembre», 
																risponde 
																Pascucci. Farà 
																infatti un salto 
																in Italia per le 
																feste natalizie. 
																Prima 
																trascorrerà 
																qualche giorno 
																nella sua casa 
																di Roma. Poi 
																sarà a Rosignano 
																Solvay dove ha 
																un appartamento 
																accanto a quello 
																del fratello 
																Alberto, nella 
																stessa casa dove 
																è nata e 
																cresciuta. E' 
																bello pensare 
																come questa 
																donna che ha 
																girato mezzo 
																mondo, scelga 
																ogni anno di 
																festeggiare il 
																Natale in quella 
																casa dove forse 
																da ragazzina 
																sognava già di 
																diventare un 
																giorno famosa. 
																Dino Dini
														
tuetta 
																dell'Oscar per i 
																migliori costumi 
																in “L'età 
																dell'innocenza” 
																di Martin 
																Scorsese. Con 
																Scorsese fece la 
																sua prima 
																esperienza di 
																cinema americano 
																e non fu facile 
																lavorare in 
																quell'ambiente, 
																così diverso 
																dalla produzione 
																italiana dove 
																aveva fino ad 
																allora operato e 
																quindi, come 
																dice al telefono 
																parlando da 
																Dublino, 
																quell'Oscar per 
																lei ebbe una 
																doppia 
																importanza. 
																Voglio dirlo 
																senza false 
																modestie: quel 
																lontano giorno 
																in cui Gabriella 
																salutò gli amici 
																sotto la rotonda 
																del Circolo 
																Canottieri 
																Solvay per 
																partire per 
																Roma, conoscendo 
																le sue doti 
																creative e la 
																sua 
																determinazione 
																ero sicuroche 
																per lei il 
																successo sarebbe 
																arrivato. Da 
																tempo si trova a 
																Dublino dove con 
																una grande casa 
																di produzione 
																Usa sta 
																realizzando i 
																costumi per una 
																serie televisiva 
																di grande 
																successo 
																ambientata in 
																una Inghilterra 
																fine ’800. 
																Signora Pascucci, 
																può raccontare 
																quali furono i 
																suoi primi passi 
																nel mondo del 
																cinema? «Quando 
																sono arrivata a 
																Roma ho avuto la 
																fortuna di 
																incontrare il 
																grande Umberto 
																Tirelli, 
																titolare della 
																omonima famosa 
																sartoria. Era un 
																vero e proprio 
																personaggio ed è 
																stato il mio 
																primo maestro. 
																Grazie a lui ho 
																potuto diventare 
																assistente prima 
																di Piero Tosi e 
																poi di Pier 
																Luigi Pizzi, due 
																grandi 
																costumisti del 
																cinema e del 
																teatro italiano. 
																Con il primo 
																collaborai per 
																"Medea" di Pier 
																Paolo Pasolini e 
																con il secondo 
																per "Morte a 
																Venezia" di 
																Luchino 
																Visconti. 
																Figurati che non 
																mi pagavano 
																nemmeno, perché 
																ero ancora in 
																fase di 
																apprendimento. 
																Un po' di denaro 
																cominciai a 
																vederlo solo 
																dopo i primi due 
																o tre film. Poi 
																diventai 
																titolare». 
																Gabriella 
																Pescucci ha 
																creato costumi 
																anche per opere 
																liriche date 
																alla Scala di 
																Milano come la 
																"Norma", 
																direttore 
																Francesco 
																Molinari 
																Pradelli, regia 
																di Mauro 
																Bolognini e 
																"Ballo in 
																maschera" 
																diretta da 
																Riccardo Muti, 
																regia di Liliana 
																Cavani, 
																coreografie di 
																Micha Van Hoecke. 
																E' stata anche 
																costumista per 
																l'opera di 
																teatro musicale 
																"Giulietta e 
																Romeo" con la 
																regia di Sergio 
																Carrubba. Nel 
																suo palmares ci 
																sono altre due 
																candidature per 
																l'Oscar, una per 
																"Le avventure 
																del barone di 
																Munchausen" di 
																Terry Gilliam e 
																l'altra per "La 
																fabbrica di 
																cioccolato" di 
																Tim Burton. Ha 
																vinto anche 
																sette Nastri 
																d'Argento per 
																"Fatti di gente 
																per bene" di 
																Mauro Bolognini, 
																"Divina 
																creatura" di 
																Giuseppe Patroni 
																Griffi, "La 
																città delle 
																donne" di 
																Federico 
																Fellini, "Il 
																nome della rosa" 
																di Jean Jacques 
																Annaud, "Le 
																avventure del 
																barone di 
																Munchausen", 
																"L'età 
																dell'innocenza" 
																e "La fabbrica 
																di cioccolato". 
																Inoltre ha 
																conquistato due 
																David di 
																Donatello per 
																"Il mondo nuovo" 
																di Ettore Scola 
																e ancora per "Il 
																nome della 
																rosa". Lei è 
																anche molto 
																orgogliosa di 
																aver vinto due 
																premi BAFTA per 
																"Le avventure 
																del barone di 
																Munchausen" e 
																"C'era una volta 
																in America" di 
																Sergio Leone. Il 
																premio BAFTA (British 
																Academy of Film 
																and Television 
																Arts) è 
																considerato come 
																equivalente 
																britannico 
																dell'Oscar e uno 
																dei più 
																prestigiosi 
																premi del cinema 
																al mondo. Anche 
																la televisione 
																le ha dato molte 
																soddisfazioni 
																con il grande 
																successo 
																riportato per la 
																serie "Penny 
																Dreadful" con i 
																costumi di epoca 
																vittoriana e per 
																"I Borgia" con i 
																costumi 
																rinascimentali 
																con cui ha vinto 
																l' Emmy Awards 
																che è il premio 
																più importante 
																al mondo per la 
																TV. E per non 
																farsi mancare 
																niente, 
																Gabriella ha 
																realizzato anche 
																i costumi per la 
																cerimonia di 
																apertura dei 
																giochi olimpici 
																invernali di 
																Torino nel 2006. 
																Anche il Comune 
																di di Rosignano 
																ha voluto 
																rendere omaggio 
																alla sua 
																cittadina 
																Gabriella 
																allestendo nel 
																1995 al Castello 
																Pasquini di 
																Castiglioncello 
																una rassegna di 
																gran parte dei 
																costumi da lei 
																creati per il 
																cinema, la 
																lirica e la 
																danza. La mostra 
																si intitolava 
																"Storie di 
																vestiti" ed era 
																stata curata da 
																Caterina d'Amico 
																nipote di Suso, 
																sceneggiatrice 
																di tante 
																pellicole 
																cinematografiche. 
																L'esposizione 
																dei costumi durò 
																quattro mesi e 
																riportò un 
																enorme successo 
																di pubblico. 
																Oltre a quei 
																registi già 
																citati la 
																Pescucci ha 
																lavorato anche 
																con Francesco 
																Rosi, Marco 
																Bellocchio, Dino 
																Risi e con il 
																suo conterraneo 
																Paolo Virzì in 
																"La prima cosa 
																bella". Qual è 
																stato, fra i 
																registi con i 
																quali lei ha 
																lavorato, che 
																l’ha più colpita 
																come artista e 
																come uomo? «In 
																verità è 
																estremamente 
																difficile, anzi 
																impossibile fare 
																una classifica 
																perché sono 
																tutti grandi 
																registi, ma 
																quello che più 
																mi ha 
																impressionato è 
																stato Federico 
																Fellini perché 
																era un genio 
																anche se 
																faticoso, 
																incantatore di 
																serpenti, molto 
																intelligente e 
																soprattutto 
																fornito di una 
																innata cortesia. 
																Una figura di 
																regista davvero 
																unica. Non posso 
																tuttavia fare a 
																meno di citare 
																anche Martin 
																Scorsese che è 
																un adorabile 
																padrone del 
																set». E' stata 
																insignita anche 
																del titolo di 
																Commendatore, ma 
																lei molto 
																modestamente 
																preferisce 
																minimizzare. 
																Tuttavia credo 
																che sia un 
																titolo più che 
																meritato. 
																Infatti 
																Gabriella, oltre 
																ad una profonda 
																conoscenza della 
																storia e in 
																particolare di 
																quella 
																dell'arte, 
																possiede una 
																grande cultura 
																dell'evoluzione 
																del costume nel 
																tempo che va 
																dall'antico 
																Egitto all'età 
																romana al medio 
																evo al 
																rinascimento e 
																al periodo 
																romantico. Ha 
																una invidiabile 
																memoria 
																raffigurativa e 
																lavora usando 
																delle cartelle 
																in cartoncino 
																dove disegna 
																quelli che 
																dovranno essere 
																i costumi di 
																scena. Per fare 
																bene la sua 
																professione è 
																necessaria anche 
																tanta 
																diplomazia? 
																«Bisogna 
																soprattutto 
																mediare con la 
																produzione, con 
																il cast e con il 
																regista per 
																portare tutti 
																quanti a 
																condividere le 
																scelte più 
																giuste per ciò 
																che riguarda i 
																costumi» Qualche 
																giornalista le 
																ha attribuito 
																una relazione 
																sentimentale con 
																Sean Connery 
																durante le 
																riprese di "Il 
																nome della 
																rosa". «Si 
																tratta di una 
																vera e propria 
																bufala - 
																smentisce decisa 
																la signora 
																Gabriella - 
																Certo, Connery è 
																un uomo 
																affascinante e 
																con me è stato 
																sempre molto 
																gentile. Forse 
																questa sua 
																gentilezza è 
																stata scambiata 
																per qualcosa di 
																simile ad un 
																assiduo 
																corteggiamento. 
																Ma ciò è 
																assolutamente 
																falso». Quanto 
																porta nel cuore 
																il paese natìo? 
																«Ci vediamo a 
																dicembre», 
																risponde 
																Pascucci. Farà 
																infatti un salto 
																in Italia per le 
																feste natalizie. 
																Prima 
																trascorrerà 
																qualche giorno 
																nella sua casa 
																di Roma. Poi 
																sarà a Rosignano 
																Solvay dove ha 
																un appartamento 
																accanto a quello 
																del fratello 
																Alberto, nella 
																stessa casa dove 
																è nata e 
																cresciuta. E' 
																bello pensare 
																come questa 
																donna che ha 
																girato mezzo 
																mondo, scelga 
																ogni anno di 
																festeggiare il 
																Natale in quella 
																casa dove forse 
																da ragazzina 
																sognava già di 
																diventare un 
																giorno famosa. 
																Dino Dini