Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "La Stampa" del 10-08-2010 di Pierangelo Sapegno

Sul mare di Gassman. Il "sorpasso" dei dentisti

La sera del 12 luglio del 1960 alle ore 23.15, il dottor Gino Morelli, di Pisa, professione dentista, fu fermato mentre stava per salire al piano di sopra del Circolo Tennis. Marcello Bartoletti, il gestore, gli disse gentilmente che non c'era più posto. Dino Dini, cronista dei vip al Tirreno, dice che forse era vero, quella volta. Ma Bartoletti faceva sempre così, non lasciava passare nessuno che non fosse famoso. Dino Dini era con Pino Perrone, detto Nick Vampata, il fotografo dei divi. Salì le scale ed entrò. Quella sera apriva i battenti Il Fazzoletto, il locale che più di tutti segnò l'epoca dei vip, dopo quelle dei macchiaioli, dei grandi intellettuali e dei gerarchi fascisti, «il miracoloso night di Castiglioncello», come lo chiamava Il Tirreno nelle sue cronache dall'età dell'oro, per descrivere questa soffitta di pochi metri affacciata sull'esclusivo club Tennis, in mezzo alla pineta, arredata con tavolini bassi e panche di legno grezzo ricoperte di cuscini e separate fra loro da alcune spalliere di quei vecchi letti della nonna. C'era solo una luce tremolante che veniva dalle candele infilate in antichi candelabri a illuminare le centinaia di fazzoletti dai disegni e dai colori più svariati, appesi al soffitto e alle pareti. La musica arrivava da un giradischi, con la punta che strisciava sulle musiche più vecchie. 
Lì dentro ci bazzicava solo un'élite, un pubblico ristretto fatto dei conti Pontello e Tolomei, dei marchesi Matteini Turini, di qualche altro pezzo nobile e di una schiera di vip del cinema, ospiti assidui di Castiglioncello, Paolo Panelli, Bice Valori, Marcello Mastroianni e Flora, Paolo Ferrari, Delia Scala, i fratelli Giuffré, il regista Enzo Trapani, le gemelle Kessler con Umberto Orsini ed Enrico Maria Salerno, Armando Trovajoli, Toni Ucci, Vittorio Gassman e Nora Ricci, e solo qualche volta Indro Montanelli. Ogni tanto ci veniva pure Alberto Sordi, che però andava a letto presto. Si beveva, si mangiava, si facevano le 4 e mezzo del mattino fra le note che venivano dal giradischi, giocando a Genius e agli altri passatempo inventati da Bice Valori, come quello di mimare i titoli dei film. Il Fazzoletto era il monumento a un'epoca, cominciata nel dopoguerra, quando il cinema romano aveva scoperto questo luogo sostituendosi ai gerarchi fascisti. In quel 1960, però, proprio come in una barriera del tempo, la signora Isotta Michetti, tra l'altro di idee socialiste, rilevò il cinema all'aperto della Villa Celestina, fatta costruire sopra la baia, nel 1915, e intitolata «alla cara congiunta», dal generale Attilio Teruzzi, che in seguito divenne ministro dell'Africa italiana. Il cinema, immerso fra le chiome dei pini, è quasi di fronte al Fazzoletto, separato da un centinaio di metri. Eppure rappresenta un mondo lontanissimo, il primo simbolo del turismo di massa che stava per arrivare anche a Castiglioncello. 
Da allora, molte cose sono cambiate. Non c'è più Nick Vampata, il fotografo dei divi. E Dino Dini, il suo cronista, passa il tempo a ricordare. Castiglioncello è rimasta intatta in basso, giù dall'Aurelia, dove ci sono le ville che portano i nomi dei suoi grandi ospiti, da Fattori a Corcos, ma sopra la salita, alle Spianate, sulle prime colline dei macchiaioli - che furono i primi fortunati turisti di questo posto -, hanno cominciato a costruire colate di cemento e ville a schiera, senza troppo riguardo per la bellezza e la memoria. Ci hanno fatto la Superstrada che porta verso Grosseto e l'autostrada. 
Però, l'Aurelia del Sorpasso, il film di Dino Risi con Gassman e Trintignant, c'è ancora, sugli scogli e il mare, uguale ad allora, con le sue curve e i tornanti e i camion che ti bloccano la marcia. Il Fazzoletto è bruciato negli Anni 80: adesso c'è una terrazza sopra il tennis, e ci può andare chiunque. Solo ogni tanto ti capita di vedere una faccia famosa. Il cinema all'aperto, invece, lì di fronte, è rimasto uguale: è come se avesse vinto lui la battaglia del tempo. Anche l'Aurelia, l'hotel Miramare, le ville nella pineta, i bagni lì sotto, il porticciolo, Punta Righini e la baia del Quercetano sono rimasti tutti intatti. Sotto Villa Celestina, le correnti si sono mangiate le spiagge del Sorpasso, dove il bagnino Giorgio Lami faceva la controfigura di Gassman per la verticale a testa in giù sulla sabbia. Ma la fotografia è ancora la stessa, vanamente immobile nel tempo. Ogni anno a giugno il Comune organizza un Festival del Cinema e lungo quella settimana ritornano gli attori a Castiglioncello. E' come un tuffo nel passato: solo che, come dice Dino Dini, «si fermano il tempo di un dibattito e il mattino dopo sono già scappati via». 
Non ci sono più i vip. Ci sono i ricchi. E' la nuova Italia, così diversa dagli Anni 60. E non è di sicuro una coincidenza, ma, come annota Dini, la villa dove stava Sordi dicono che l'abbia presa un dentista e quella di Mastroianni un altro dentista. Nessuno dei due, forse, ha mai conosciuto Gino Morelli, respinto dal Fazzoletto 50 anni fa. Ma è come se avessero preso il suo posto, per una lezione del tempo.

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