| 
                               
                              
                               San Salvadore era l’antico nome dell’attuale 
								Castiglioncello? Sembra proprio di si. Lo 
								sostiene Corrado Pavolini nato a Firenze nel 
								1898, letterato, scrittore versatile, 
								giornalista, poeta, critico, commediografo e 
								regista teatrale nonché grande innamorato di 
								Castiglioncello dove spesso trascorreva le sue 
								vacanze. 
								 Pavolini, in un articolo apparso sul 
								quindicinale “Il Castello” del 14 agosto 1932, 
								edito a cura dell’Us Castiglioncello, dopo aver 
								compiuto una attenta ricerca, ci informa che 
								sulle antiche carte geografiche non figura mai 
								la scritta Castiglioncello, ma al suo posto si 
								legge invece la dizione San Salvadore. E una 
								ulteriore prova che questo San Salvadore era 
								senz’altro l’antico nome di Castiglioncello è 
								data dal fatto che fino a qualche decennio fa, 
								venendo da Livorno, dopo la stazione, subito 
								passato il ponticello sul botro, sulla sinistra 
								della via Aurelia si trovava un caseggiato 
								cadente tinto di rosso sul quale si decifravano 
								in caratteri bianchi queste parole d’altri 
								tempi: “Locanda San Salvadore”. 
								 Questo era dunque uno dei tanti alberghi 
								disseminati sulla costa tirrenica prima che 
								arrivasse la ferrovia. Qui si fermavano i 
								viaggiatori provenienti da sud o da nord e 
								faceva sosta la diligenza per la notte e per il 
								cambio dei cavalli. Sulla punta del promontorio 
								s’ergeva l’antica torre medicea ormai 
								abbandonata e poco distante l’antica chiesina di 
								S, Andrea. Tutto il resto era macchia 
								mediterranea e folte pinete. Allora non c’erano 
								ville nè stabilimenti balneari nè bar, ma solo 
								qualche casa colonica sulla collina e poche 
								casette di pescatori in riva al mare. 
								Probabilmente anche Goethe e Stendhal hanno 
								pernottato nella locanda. Il primo nel suo 
								viaggio alla città eterna, il secondo per 
								raggiungere il suo consolato di Civitavecchia. 
								Insomma la locanda aveva dato il nome alla 
								località, visto anche che le antiche carte 
								geografiche riportavano quel nome. Nell’articolo 
								del 1932 Pavolini ricorda la facciata della 
								locanda descrivendone “la porta in pietra di 
								schietta fattura settecentesca, sormontata dalla 
								nicchia di una immagine sacra” e si augura che 
								quel cimelio d’antichità sia conservato. 
								 Oggi al posto della locanda si erge presuntuoso 
								un moderno condominio e la speranza dello 
								scrittore è andato in fumo. Resta comunque la 
								sua testimonianza scritta che attesta come il 
								primitivo nome di Castiglioncello fosse appunto 
								San Salvadore. Dino Dini    |