Correva il 1930 quando il generale Attilio Teruzzi, figlio della signora Celestina e in seguito ministro dell'Africa italiana, intitolò alla cara congiunta la sua residenza estiva, un anonimo villino grandiosamente ristrutturato dall'architetto Cafiero, che sorge nel punto più desiderabile della Perla del Tirreno: protetta dalla pineta, Villa Celestina ha la vista sul mare del porticciolo, dell'Isola d'Elba e delle ciminiere fumanti della Solvay di Rosignano, dettaglio incongruo agli occhi dei profani ma assai care ai vecchi villeggianti, che salutano il ritorno di un'altra vacanza a Castiglioncello.
C'è anche chi non resiste più di un mese lontano da qui; come l'avvocato Paolo Roscioni (foro di Roma), assiduo dall'11 luglio del 1945, che non ha perso l'abitudine di allungare i suoi itinerari di lavoro da un tribunale all'altro della penisola per regalarsi, con tortuose deviazioni ferroviarie, una sosta fuori stagione nella sua casa al mare: la passione per questa spiaggia, al contrario delle altre che da decenni a turno vanno di moda, ha sempre avuto qualcosa di discreto, se non di furtivo. Eppure, chissà quante volte le ombre pomeridiane di Villa Celestina hanno protetto dall'afa Edda Ciano che risaliva nella sua camera dopo una nuotata: era spesso ospite, Edda, insieme al marito Galeazzo e al suocero Costanzo, in quei primi dorati (per loro) anni Trenta, dell'amico Teruzzi, buon organizzatore di feste danzanti e di serate a poker.
E in un'estate di quelle, chissà chi è stato il fotografo che ha sorpreso sulla spiaggia un rilassato Luigi Pirandello con Marta Abba in due pezzi; e di cosa discutevano Emilio Cecchi e Massimo Bontempelli passeggiando tra gli alberi della corroborante pineta; e il filiforme Sergio Tofano, già Signor Bonaventura, si sarà messo in costume da bagno? C'è una foto del 1913 che ritrae il critico Silvio d'Amico con il figlio Lele (Fedele, il futuro musicologo) davanti all'Albergo Miramare, in un paesaggio preistorico di barche e palafitte.
Castiglioncello e gli intellettuali: tutto è cominciato intorno al 1910 con una signorina Elsa giunta da Roma insieme al padre il quale, devoto alle villeggiature negli alberghi sul mare, una rarità in Italia che lo costringeva a interminabili scarrozzate fino in Liguria, viene a sapere di un hotel appena costruito, prima di Livorno: mezza giornata di treno e il resto in calesse. Sposato in seguito Silvio d'Amico, Elsa lo trascina a Castiglioncello, per stabilirsi in una pensioncina, tuttora esistente, più adatta del dispersivo Miramare a una giovane coppia con tre figli piccoli; più tardi, la pensione ospiterà per alcuni lustri anche la famiglia di Lele d'Amico e Suso Cecchi, la futura sceneggiatrice di Ladri di biciclette e Il Gattopardo. Altri due d'Amico, Sandro (futuro studioso di teatro) e il cugino Luigi Filippo (regista e scrittore) incontrano per la prima volta le due bellezze Lietta e Maria Luisa Aguirre, nipoti di Pirandello, che diventeranno loro mogli, nel villino che il sommo siciliano prendeva in affitto in estate per sé e i famigliari. Intanto, negli spettacolini della locale Arena del Fascio si esibivano come musicisti e attori i ragazzi Nino Rota e Luca Pavolini, figlio di Alessandro, ministro del Minculpop, e futuro direttore dell'Unità.
Dopo il 1943 il camerata Teruzzi chiude i saloni di Villa Celestina e quando Isotta Michetti, tra l'altro di idee socialiste, rileva nel ‘60 il cinema all'aperto adiacente la villa, il Cinema Villa Celestina, lo ribattezza precipitosamente Arena La Pineta. La signora Isotta, classe 1914, veterana degli esercenti cinematografici, aveva da poco aperto nella contigua frazione di Caletta, la prima sala al chiuso del luogo, il glorioso Cinema Castiglioncello, che quest'anno festeggia il mezzo secolo.
Trionfo dell'Isotta! Mescolati al pubblico e avvolti in morbide coperte perché la sera qui fa un bel fresco, da giugno a settembre alle proiezioni della Pineta assisteranno Marcello Mastroianni con Flora, Bice Valori e Paolo Panelli, inseparabili dagli amici castiglioncellesi Massimo e Gabriella, titolari di un apprezzato coiffeur. E poi, Vasco Pratolini e Mario Camerini, Rossellini, Monicelli e Luchino Visconti, ospiti abituali di Suso Cecchi d'Amico nella rimpianta Villa Bologna (oggi devastata a residence), dove, tra un tuffo e l'altro, nascono sceneggiature come quella di Rocco e i suoi fratelli (estate 1959), e i cult in superotto di Panelli che a Castiglioncello sfogava la sua vocazione di regista (c'è lui che corteggia Lina Wertmuller, Mastroianni col cappello da muratore, Bice in acqua come Esther Williams); per finire, mai stanche serate culminanti nelle celebri scenette, in cui Paolo fa il mimo e Marcello, latin lover in vacanza, lo accompagna producendo innominabili rumori con la bocca.
Infanzie spassose e privilegiate per figli e nipoti: "Ti tuffavi alla scaletta e incontravi Flajano che nuotava, Visconti che pescava e Suso Cecchi d'Amico che ti regalava un occhio di Santa Lucia", ricorda Alessandra Panelli. Mentre Silvana Mangano "elegantissima, amabile e riservata, aveva uno sguardo assai difficile da sostenere, con quei suoi occhi castano scuro, cerchiati di blu tutt'attorno all'iride": così la rivede Margherita d'Amico nel libro-intervista alla nonna Suso "Storie di cinema (e d'altro)". La lunare Mangano, dopo la separazione da De Laurentiis, in casa d'Amico trascorse, ricamando silenziosamente a piccolo punto in compagnia della prediletta Silvia, zia di Margherita, e del volpino russo Jasha (attore in "Oci Ciornie"), le estati della sua fuggevole vita.
Volarono anche gli anni del miracolo, celebrati nel 1962 da Il sorpasso, che fu girato com'è noto verso il finale sulla spiaggia del Miramare con la collaborazione amichevole di tanti abitanti di Castiglioncello (quarant'anni dopo un libro di testimonianze locali rievocherà affettuosamente i giorni delle riprese: "Il nostro sorpasso", edizioni Il Gabbiano). Ed è a Castiglioncello, scrive Oreste De Fornari nel suo (esaurito) dizionario-saggio sul film di Dino Risi, "che il road movie si trasforma in un beach movie, dove non ci sono reticolati che separano i bagni di lusso da quelli popolari e anche uno spiantato come Gassman può sfidare a ping pong un industriale e vincergli cinquantamila lire".
Laggiù sull'Aurelia
C'è un posto assai bello
è Castiglioncello
E tra tanti ragazzi
io mi vanto il più bello.
- Villa Celestina -
											
											La 
											Casa del Fascio diventa un 
											laboratorio di educazione ambientale
											Prima si ballava alla Casa del 
											Fascio, che dopo divenne Casa del 
											Popolo, e lì si continuò a ballare; 
											ma quelli di Castiglioncello che 
											avevano vent'anni nel 1945 ricordano 
											specialmente le prime feste a Villa 
											Celestina, quando le notti finivano 
											in allegre risse con i soldati 
											americani. Vista dal mare, la villa 
											,una delle prime interamente in 
											cemento armato, costruita nel 1930 
											su un villino in muratura del '15 
											dal gerarca Attilio Teruzzi, 
											somiglia a una nave, bianca, con le 
											ampie vetrate, gli oblò e le 
											ringhiere in ferro; all'interno, i 
											saloni quadrati e i bagni in marmi 
											preziosi rispecchiavano fedelmente i 
											canoni del regime, e i sensi della 
											fedeltà al medesimo del 
											proprietario, che per il progetto di 
											Villa Celestina si era rivolto a una 
											indiscussa personalità. L'architetto 
											Vittorio Cafiero era anche 
											scenografo e all'epoca (come spiega 
											Antonia Pizzi nel volume Caratteri e 
											Motivi nelle Architetture di 
											Vittorio Cafiero), era fresco il 
											ricordo dei suoi allestimenti nel 
											kolossal di Amleto Palermi Gli 
											ultimi giorni di Pompei (1926): è 
											lecito immaginare Cafiero ospite 
											d'onore, accanto ai membri della 
											famiglia Ciano, all'inaugurazione e 
											alle mondanità del successivo 
											decennio in villa. Dalla fine del 
											conflitto la Celestina, rivendicata 
											dal demanio come profitto di guerra, 
											sarà di volta in volta Circolo del 
											Villeggiante e dancing, albergo e 
											night club, fino alla chiusura 
											definitiva nel 1980, e al 
											conseguente degrado, ma fino a ieri: 
											dopo il restauro, la villa, ora 
											comunale, ospiterà gli uffici della 
											Lea (Laboratorio di Educazione 
											Ambientale), i laboratori della 
											Facoltà di Biologia Marina 
											dell'Università di Pisa, e 
											soprattutto castiglioncellesi e 
											villeggianti, che potranno 
											finalmente godere, dalla terrazza 
											più sontuosa dell'ex dimora del 
											gerarca, l'intatta purezza del 
											golfo.
 
- Castello Pasquini -
											
											In 
											mostra il cinema di pittori
											Sede estiva per eccellenza di 
											personali e collettive dedicate ai 
											macchiaioli, il pittoresco 
											(architettonicamente) Castello 
											Pasquini di Castiglioncello ospita 
											quest'anno un evento inedito. 
											"Cinema di pittori - Pittori nel 
											cinema" è il titolo della mostra che 
											esplora, con ovvie suggestioni, i 
											rapporti tra cinema e arti visive 
											dalla seconda metà degli anni 
											Quaranta (affermazione del 
											neorealismo) al dominio dell'era 
											televisiva negli anni Settanta, che 
											sconvolge la concezione 
											dell'immagine cinematografica.
											
																
																
																Cinque le 
																sezioni. La 
																citazione espone 
																le opere, da 
																Hayez a Boldini, 
																da Fattori a 
																Guttuso, che 
																ispirarono i 
																registi Luchino 
																Visconti, Mauro 
																Bolognini, 
																Pierpaolo 
																Pasolini, Mario 
																Soldati, Valerio 
																Zurlini, Roberto 
																Rossellini, a 
																confronto con i 
																fotogrammi dei 
																film che ne 
																hanno citato 
																l'insieme o un 
																dettaglio. In 
																Artisti del 
																cinema, vediamo 
																Giacomo Manzù 
																che modella 
																Adamo nella 
																Bibbia di John 
																Huston, Giuseppe 
																Zigaina attore 
																in Teorema 
																dell'amico 
																Pasolini, e 
																altri artisti 
																che sono stati 
																in qualche modo 
																coinvolti in 
																un'avventura 
																cinematografica. 
																L'opera d'arte 
																come set, 
																introduce alle 
																opere che 
																acquistano un 
																ruolo primario 
																nel contesto del 
																film (come La 
																Madonna del 
																Parto di Piero 
																della Francesca 
																nella Prima 
																notte di quiete 
																di Zurlini); La 
																pittura dei 
																registi espone 
																le prove 
																d'artista di 
																Pasolini, 
																Antonioni, 
																Fellini; infine 
																Il cinema 
																nell'arte, 
																un'antologia di 
																opere di pittori 
																e scultori che 
																si sono ispirati 
																al cinema. 
																Inoltre, da 
																Senso al Vangelo 
																secondo Matteo, 
																non mancheranno 
																opportune 
																proiezioni 
																serali di 
																classici 
																protagonisti 
																della mostra.
																
 
- CITAZIONI -
																
																
																Il "Sorpasso"
																"Pochi film 
																reggono oggi 
																quanto Il 
																Sorpasso, quale 
																specchio di 
																quell'Italia in 
																cui tutto pareva 
																facile ma nella 
																quale già 
																tintinnavano i 
																campanelli 
																d'allarme della 
																crisi. Girammo 
																in sei 
																settimane, 
																improvvisando in 
																continuazione, 
																divertendoci al 
																gioco eccitante 
																della 
																disinvoltura 
																senza riserve, 
																ingurgitando 
																succulente zuppe 
																di pesce nei 
																ristoranti della 
																via Aurelia 
																(...) Fu come un 
																riuscito viaggio 
																del Club 
																Meditérranée, 
																non è casuale 
																che un film come 
																Easy Rider si 
																sia 
																dichiaratamente 
																ispirato 
																all'atmosfera e 
																all'architettura 
																del Sorpasso".
																
																(Vittorio 
																Gassman, Un 
																grande avvenire 
																dietro le 
																spalle)
 
— LA NOSTRA AUTRICE —
Gloria De Antoni, nata a Udine, vive tra Roma e Spilimbergo. Dal 1981 lavora per la Rai come programmista-regista, redattrice e conduttrice di programmi radio e Tv. Dal 1990 è autrice e conduttrice, quasi sempre con Oreste De Fornari, di Schegge di radio a colori, Magazine 3, Letti gemelli, Perdenti, Le infedeli, La principessa sul pisello, Pacem in terris, La fonte meravigliosa, Romanzo popolare, Noi siamo le signore e di numerosi altri programmi.
