Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del 9-09-2005 di G.B.

«Don Milani, uomo semplice e sensibile amava la barca e la pineta»

Tantissimi quadri di Castiglioncello alle pareti, molte fotografie ingiallite dal tempo e, al centro, un divano variopinto. Vi è seduta Laura o, per chi la conosce bene, “Lalla” Milani. Ha i lineamenti segnati dal tempo, ma col suo sguardo, a metà tra il vivace e il commosso, riesce a parlare senza pronunciare troppe parole. E’ stata da sempre questa sua scarsa loquacità a permettergli di costruire, durante l’infanzia e l’adolescenza, un intenso legame con il cugino Don Milani. Un rapporto particolare retto da una comune passione per le giornate in barca e per i pomeriggi passati a dipingere nella pineta Marradi. Lui, da sempre contro la chiesa, che sconvolge tutti decidendo di seguire la via religiosa. Lei che si dedica per tutta la vita alla famiglia e alla sua attività d’infermiera. Poche visite da “formali” cugini e nessun altra notizia l’uno dell’altra. Lalla chiude l’album di fotografie dicendo che ha sempre preferito restare legata ai ricordi delle estati trascorse qui piuttosto che ostacolare il cugino nella sua vocazione. Cosa gli resta di Don Milani?  «Mi rimane quello che gli altri non hanno- racconta Laura, o “Lalla”, Milani nella sua villa “bel verde” a Castiglioncello- perché io ho voluto sempre pensare a lui solo nel tratto di vita che abbiamo percorso insieme. Parlo degli anni dell’infanzia e dell’adolescenza in cui io e mio cugino stavamo bene insieme. Trascorrevamo così tante giornate a fianco, tra micro crociere in barca a vela e le nostre giovanili pitture “en plein air” nella pineta Marradi, che un giorno mia zia ci disse scherzando che i cugini non potevano sposarsi...»   Osservava anche lei una forte differenza di classe?  «L’unica persona meno ricca di me che avevo modo di osservare era il nostro cameriere Franco di Castelnuovo, ma avevamo un bel rapporto e quindi non mi sono mai preoccupata. Lorenzo era davvero sensibile è, forse, è rimasto più colpito di me»   Come ce lo può descrivere?  «Non era un carattere semplice perché era riservato al massimo e anche molto determinato nelle sue scelte. Per questo motivo non aveva tantissimi amici perché lui considerava molte persone come troppo legate solo a lussi e divertimenti. Infatti l’unica festa a cui partecipava era il mio compleanno che festeggiavo ogni primo agosto proprio a Castiglioncello. Quando annunciò, nonostante avesse sempre dichiarato il suo odio per la chiesa, di partire per il seminario io e suoi pochi amici di Castiglioncello rimanemmo sconvolti. Sapevamo bene però che non sarebbe mai tornato indietro e decidemmo di non parlarne nemmeno più e conservare la sua immagine nei nostri ricordi»   Rimpiange mai di non averlo più cercato?  «Assolutamente no. Le nostre vite si sono naturalmente divise perché io sono diventata un’infermiera, mi sono sposata e ho avuto dei figli e lui è sempre stato in un altro mondo. Sono andata a trovarlo una volta con mio marito, ma è stata una visita puramente formale. Non ho mai voluto ostacolarlo e ho sempre preferito vivere nel passato più bello che una persona possa mai immaginare» G.B.

Torna all'indice cronache

Vai alla biografia di Don Milani