Gli ospiti di Castiglioncello Cronache |
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Da "Il Tirreno" dell' 8-02-2003 di Emiliano Liuzzi | |
Castel Boccale al re delle
profumerie |
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Li chiamano i signori della costa. Sono quel gruppo di persone, fortunate e danarose, che abitano di fronte al mare, nel tratto roccioso che dal Maroccone arriva a Castiglioncello. Quelli che si godono i tramonti (e le libecciate), quelli che dal salotto possono guardare le onde e navigare all’infinito, in un viaggio con la fantasia che non si ferma mai. Prendi Castiglioncello: fu scoperta dalla Roma mondana negli anni del boom, si fecero la casa Marcello Mastroianni, Paolo Panelli, Alberto Sordi. Il protagonista di Un americano a Roma per anni ha lasciato il numero di telefono sull’elenco: Sordi, commendator Alberto. Chiamavi e rispondeva il maggiordomo. Se il commendatore era a casa te lo passava. Villa Sordi a un conciatore. Leggende a parte, anche in inverno, lontano da impegni, Sordi si precipitava nella sua reggia bianca a Punta Righini, con tanto di parco e a picco sul mare. Con gli anni ha lasciato, adesso la casa è proprietà di Silvano Monti, imprenditore conciario di Santa Croce, che la pagò tre miliardi di vecchie lire. «E’ un piccolo paradiso - raccontava Sordi - circondato da boschi di pini e lecci, piante di azalee, gerani, zinnie. L’avevo acquistata dalla marchesa Memi Strozzi figlia di Corcos, un grande ritrattista macchiaiolo dell’Ottocento, incontrata in casa di Suso Cecchi D’Amico, che da tempo passava le vacanze a Castiglionecello. La arredai con mobili dell’Ottocento toscani, costruii una grande cucina e una sala da biliardo. Poi feci costruire nel giardino una piscina con acqua salata, in un punto dove, nuotando, si potesse scorgere il mare senza essere visti. A Castigliocello ci sono andato sempre e con tanti amici e, qualche volta, durante l’anno, per scrivere in tranquillità. Vi ho trascorso vacanze meravigliose, fatte di riposo assoluto e assenza di orari o di impegni precisi. Non mancavano la partitine a scopone o a biliardo dopo la cena, le chiacchierate, gli scherzi, il bagno di mezzanotte. Ho dei ricordi molto belli di quelle estati. Ma con l’andar del tempo le cose sono cambiate e non in meglio. Mio fratello Pino se n’é andato e, per morire, ha scelto proprio l’estate e Castiglioncello. A Pino piaceva tanto quella casa, se la godeva, ci veniva volentieri...E invece un blocco intestinale lo ha portato via. Così decisi di venderla». Il castello di Mastroianni. La vendita l’ha portata a termine Paolo Del Chicca, agente immobiliare livornese che tratta soprattutto case di prestigio. Si dice per circa due miliardi (sempre in vecchie lire), ma l’impressione è che la cifra sia superiore. L’acquirente è un chirurgo torinese, specializzato nel maxillo facciale. L’ha comprata e fatta ristrutturare, ma quella villa Liberty resterà per sempre la villa Mastroianni, e soprattutto della moglie, Flora Carabella, l’unica moglie, dalla quale Mastroianni non volle mai separarsi. La loro storia sbocciò nel 1949, in via del Corso a Roma, nell’Italia che si stava lentamente risollevando dagli anni bui della dittatura fascista e dalla tragedia bellica. Una pizza galeotta e un anno dopo, il 12 agosto del 1950, Marcello e Flora si sposarono e scelsero Castiglioncello come mèta del loro viaggio. Qui Flora era di casa, ci veniva sempre d’estate e aveva molti amici, a cominciare dagli attori Bice Valori e Paolo Panelli. Marcello no, lui a Castiglioncello era la prima volta che ci veniva e subito scoccò come un colpo di fulmine: «Gli piacque molto e infatti ci venimmo anche l’anno successivo e qui nel dicembre del ’51 e nel ’52 eravamo in vacanza con la piccola all’hotel Miramare - ha raccontato Flora -. Poi prendemmo delle case in affitto fino a che Marcello nel’64 non comprò la villa bianca». Castiglioncello è stata la «casa madre» di Mastroianni dove «casa madre» racchiude più significati: la famiglia, Flora, la figlia Barbara, gli animali, la villa bianca, gli amici. Marcello è sempre tornato, anche quando Castiglionbcello non era più la culla degli attori. Lo vedevi passeggiare, da solo e curioso, alle mostre dell’antiquariato a Castello Pasquini, coi capelli già ingrigiti dal tempo e la sigaretta in bocca. Ora Marcello e Flora sono morti e la villa ha cambiato anche colore: «la vedi, quella era la casa di Mastroianni», mormorano oggi i passanti sull’Aurelia. I buen retiro di Previti. Fra un affare e l’altro, anche Cesare Previti - che fece acquistare per due spiccioli la residenza di Arcore a Berlusconi - si è fatto casa a Punta Righini, proprio a poche centinaia di metri dalla villa di Alberto Sordi. Pare che l’avvocato si faccia vedere poco, e talvolta attracca direttamente con la barca per poi proseguire la navigazione. Top secret le dimensioni e l’ubicazione esatta della villa. La nostra fonte è certa: l’acquisto è stato portato a termine due anni fa. Le feste al Sonnino. Dicono che quando fa bel tempo, l’ingegner Claudio Pucciarini, non perde occasione per rifugiarsi nel suo castello. Invita gli amici, pochi e ben selezionati, e da lassù osservano Livorno e il mare. Qui abitò il barone Giorgio Sidney Sonnino, leader dei liberali e più volte ministro del governo italiano negli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. La villa, una decina d’anni fa, è stata acquistata da Pucciarini, allora proprietario della Cosmos, la ditta di minisommergibili acquistata - dopo una breve crisi - proprio nei giorni scorsi. Ma Pucciarini non abita in quel castello di quasi duemila metri quadrati. Ci trova rifugio, quando ne ha voglia. E lo affitta per i matrimoni e le feste della Croce Rossa. I saloni sono immensi, bellissimi, l’interno è curato. Una fortuna averlo visitato. I rifugi di Campo Lecciano e alle Forbici. Qui le case si vedono solo dal mare. Non ci sono leggende da narrare, storie di dolce vita. Una delle ville più belle è sicuramente a Campo Lecciano, cinquecento metri dopo Chioma. Dalla strada si vedono solo gli alberi e un cancello. La villa venne acquistata dal professor Scaglietti, bolognese, uno dei più grossi luminari di ortopedia. Adesso vengono a soggiornare le figlie del medico, Daniela e Lucilla, che sono le intestatarie di questo angolo di paradiso. Angolo si fa per dire: 1300 metri di casa, in parte ricavata nella roccia, altre due villette per l’equipaggio della barca e una per la servitù, più due ettari di terreno. Poco distante invece la «Villa Meschi», dal nome del vecchio proprietario. Questa è stata acquistata da Maurizio Ughi, titolare della Snai. Si è fatto costruire anche la pista per l’atterraggio dell’elicottero. In estate fa la spola. | |