Ve li ricordate Gassman
e Trintignant nel
Sorpasso! E il festino a
casa dei ricchi? E la
ragazza torinese che, di
notte, aspetta il primo
treno del mattino sulla
panchina della pineta?
Che tempi... Purgato
delle notti gravide di
vipperia romana,
Castiglioncello ha ora
ripreso il suo colorito
naturale. Non è più
soltanto il luogo in
cui, a picco sul mare
della Baia Azzurra, si
offriva al sole e ai
venti la villa di
Mastroianni, non è più
il paese il cui
prestigio si affidava
alla presenza di Sordi:
è oggi soprattutto un
delizioso succedersi di
scogliere toste e
piccoli arenili di
sassolini scuri che si
affacciano, quasi sempre
silenziosi, a un mare
lindo, trasparente,
amico della Foundation
for Environmental
Education in Europe. Le
mamme preferiscono
condurre i loro bambini
sulle chiare spiagge di
Rosignano e di Cecina, e
benché quelle spiagge
siano a pochi chilometri
a Sud di Castiglioncello
non giungono sino al
Promontorio degli
Etruschi le grida dei
fanciulli in vacanza.
Scogli, sassolini e
nulla più? Certo che no.
Ma, messi da parte
Gassman, Trintignant e
gli anni del Sorpasso,
facciamo un breve
riepilogo. Nessuna
paura: non cominceremo
dagli Etruschi e neppure
dal dominio espanso
della potente e vicina
Volterra. Prenderemo il
via da Cosimo I de'
Medici per la stima e il
rispetto che moltissimi
toscani gli debbono.
Cosimo aveva un pallino
per le torri di guardia
e siccome le faceva
costruire dappertutto,
una ne elevò anche in
questa zona a difesa
dagli attacchi
barbareschi. La torre
divenne una caserma,
accanto alla caserma
sorse, nel 1621, una
chiesa. E' l'esigua
Sant'Andrea che la
pineta protegge e
rinfresca ancora dai
calori di luglio e di
agosto. La pineta di
Castiglioncello. Un
tesoro, un incanto
all'interno del quale se
ne stanno accoccolate
come gattoni a riposo,
le ville e le case di
fattura mai prepotente
che alla "vista mare"
preferiscono i freschi
ristori pomeridiani
d'estate e il fascino
del nido nel bosco
durante gli inverni di
generosa mitezza. Non
succedeva nulla.
Castiglioncello si
sarebbe addormentata
all'ombra della torre
medicea se, nell'800,
una famiglia illuminata
di nome Pasquini non
avesse costruito una
villa che di villa non
aveva niente, ma era un
vero e proprio castello.
Li, a fine 1800, nacque
la fama della
Castiglioncello chic e
colta, della
villeggiatura
all'assenzio, del
rifugio di artisti. Vi
giunse il critico d'arte
e mecenate Diego
Martelli e
Castiglioncello divenne
il paradisino dei
Macchiaioli. I paesaggi
marini, e
dell'entroterra a
mezz'ombra, di Giovanni
Fattori, Telemaco
Signorini e Giuseppe
Abbati è qui che sono
usciti da quei pennelli.
In bilico sulla baia del
Ouercetano c'è una casa
piccina, la Cuccetta. Vi
trasconeva l'estate
Renato Fucini.
Pirandello abitava un
appartamento al castello
Pasquini, scriveva,
passeggiava nella
pineta, rientrava e
scriveva. Adesso il
castello ospita mostre
importanti, è sede del
Festival della danza e
del premio letterario
Costa degli Etruschi.
Grandi attori di prosa,
da Zacconi a Ricci, da
Benassi ad Annibale
Ninchi apparivano sulla
scogliera avvolti in
accappatoi enormi e col
capo coperto da cappelli
di paglia immensi: un
vecchio cameriere della
"piazzetta" che sa tutto
e ha visto di tutto
giura che una notte
Benassi recitò per più
di due ore, davanti ai
sensazionali capelli
fiammeggianti della
cerea Elena Zareschi, la
"Mirra" di Alfieri
sostenendo con mutazioni
di voce prodigiose le
parti di Mina, Perèo,
Ciniro e Euriclea. Poi
vennero i
cinematografari di Roma.
Poi vennero Califano e
il suo seguito di
vecchie spasimanti e
borgatari e le "ugole"
del giro Migliacci.
Notti leggendarie,
perfino a Villa
Celestina dove ballava
la "gente normale". Oggi
che tutto questo
appartiene ai ricordi,
la pace rigenerante è
quasi sovrana. E la
pineta e il mare sono
splendidi. Sotto la
vecchia Aurelia, ville
di sogno abitate da non
si sa chi, hanno discese
al mare da far crepare
d'invidia. Il Tennis
Club è un locale di
classe per sere di
classe. Il Ciucheba è
sempre il Ciucheba,
anche senza Califano. A
ridosso del porticciolo
e alla Caletta sorgono
gli stabilimenti
balneari per chi ama gli
scogli, ma non se ne
fida troppo. Ci sono
barche coi fiocchi, ma
non smargiasse, nel
porticciolo Nord (70
posti per lunghezze
massime di 13 metri) e
in quello Sud (60 posti
per lunghezze massime di
12). Sulla via centrale
che lega Castiglioncello
a Rosignano c'è il
ristorante di Enrico
Faccenda, un giovane
cuoco ispirato, "Nonna
Isola". Dopo una
giornata trascorsa in
barca o stesi a
rosolare, una sera tra
le sue squisitezze e i
cento vini sono il
premio migliore per chi
ha sofferto la
inevitabile,
obbligatoria fatica
dell'abbronzatura.