Castelnuovo  ieri
1935 - Castello nuovo di Castelnuovo da un'incisione di Paolo Ferretti

                 IL CAMMINO DEI PASTORI
Le attestazioni riguardo all'allevamento di ovini ed in particolare alla pastorizia transumante, si hanno fin dall'alto Medioevo...La transumanza appariva molto diffusa in tutta l'area dei Monti Livornesi: documenti diretti e indiretti mostrano i pascoli, nella stragrande maggioranza dei casi di proprietà dell'Arcivescovo di Pisa, affittati a pastori garfagnini fin dalla fine del XII secolo-prima metà del XIII; si parla di greggi di 800-1000 capi che svernavano nelle zone di Riparbella, Vada, Malandrone e Rosignano e il cui soggiorno era rigidamente controllato da norme contrattuali...
Dopo le feste settembrine della Natività della Madonna e dell'Esaltazione della Croce, cominciava il periodo della transumanza, perché nelle zone montane cominciava a fare freddo e i proprietari delle greggi e delle mandrie, portavano il bestiame a svernare nelle località vicine al mare. I pastori, dopo un viaggio di 10-15 giorni giungevano sulle colline prospicienti alla costa, con un seguito folcloristico di ragazzi aspiranti garzoni, ragazze in cerca di marito, artigiani e vagabondi di ogni tipo. Si accordavano con i proprietari dei pascoli, e dopo aver pagato tutti i dazi e le gabelle previste, raggiungevano le zone stabilite. I proprietari dei fondi stabilivano per ogni proprietario un numero massimo di animali da condurre sui pascoli, variabile in relazione alle condizioni dei prati e che in genere si aggirava sui mille capi per il bestiame minuto e 500 per quello grosso, per ogni pastore. La portata di questa attività era quindi notevole, dato che erano moltissimi i personaggi che conducevano il proprio bestiame nella zona di Castelnuovo, Rosignano e Gabbro. I pastori alloggiavano in domicili detti «masserie», che sorgevano sui pascoli, vicini alle mandrie e tra essi veniva nominato un responsabile, il «vergaio», che aveva il compito di far rispettare le norme e soprattutto i confini stabiliti e che era il diretto interlocutore dei proprietari dei pascoli. Tutti i fattori di Castelnuovo, ogni anno stipulavano con alcuni pastori l'accordo di concessione dei pascoli e di tutte le strutture ad essi connesse (stalle, capanne e ricoveri vari) dietro il pagamento di una somma proporzionale al numero dei capi condotti (oltre ad un certo quantitativo di formaggio fresco pecorino o caprino destinato alla fattoria). Puntualmente venivano ribadite alcune clausole basilari: l'impegno di entrambe le parti in causa al risarcimento degli eventuali danni, la presenza di una o più guardie campestri stipendiate dal proprietario dei pascoli ed altri accordi di questa natura. I pastori che sottoscrivevano gli accordi erano generalmente forestieri; piccoli quantitativi di ovini appartenevano invece ai contadini del paese, i quali godevano dei diritti previsti dai patti con la Misericordia, secondo i quali essi potevano tenere sui pascoli un modesto numero di capi.
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di Alessandra Potenti).

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