Il castello nuovo di
Camaiano è identificabile con la fortificazione che ancora oggi
è visibile sul poggetto «del Castello», e che comprende anche la
chiesa di S. Stefano di Castelnuovo; questa struttura ha subito
nel corso dei secoli notevoli rimaneggiamenti, aggiunte e
trasformazioni tanto che attualmente sono visibili soltanto
alcune parti della cinta muraria, ampiamente rifatta ed
allargata nel 1561. Non è escluso, inoltre, che il fortilizio a
cui ci si riferisce nel 1041 fosse a sua volta stato eretto su
strutture preesistenti: lo sperone di tufo su cui sorge il
castello, con l'ampia vista che offre sulla vicina Strada
Maremmana, l'antica via Emilia di Scauro, poteva essere una
buona postazione strategica. Al momento della costruzione del
castello «nuovo», quello «vecchio» di Camaiano, ubicato nella
località che ancor oggi porta questo nome, non necessariamente
doveva essere distrutto o inagibile. Non è detto che le nuove
fortificazioni fossero erette solo al momento della distruzione
di quelle preesistenti: le esigenze del controllo del
territorio, della protezione degli abitati, e molti altri motivi
potevano determinare la moltiplicazione delle strutture
castellane.
Il castello «vecchio» all'interno del quale sorgevano una
chiesa, una torre e alcune case, nonostante la costruzione di
una nuova fortificazione poco distante, non fu mai completamente
abbandonato dalla popolazione e ancora in piena epoca moderna fu
oggetto di smantellamenti e ricostruzioni. Altre attestazioni di
questa fortificazione si hanno in numerosi documenti: la curtis
e il castello di Castelvecchio sono più volte nominati nel corso
del XII secolo nelle bolle pontificie indirizzate ai canonici
della cattedrale pisana. In ciascuno di questi documenti,
risalenti al 8 settembre 1153, 9 giugno 1156,7 novembre 1186 e
13 gennaio 1188 ed emanati rispettivamente dai pontefici
Anastasio IV, Adriano IV, Urbano III e Clemente III, si menziona
il «castello et curte Castelli Veteris de Camaiano». Ad
essi si aggiungono altre due bolle pontificie indirizzate alla
pieve di S. Maria a Fine e datate rispettivamente 25 aprile 1154
e 23 aprile 1179: anche in questi documenti si fa riferimento
alla fortificazione di un «Castello Veteri et curte eiusdem
castri». Inoltre Castelvecchio è menzionato il 22 marzo 1112
in un documento con cui Rodolfo del fu Enrico vendette a Benzio
giudice, la sua parte di beni posti «in loco et finibus
Castello», ricevendone il merito di una spada. La località
«castello» è stata identificata, appunto, con Castelvecchio.
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio
rurale del contado pisano: da Camaiano a Castelnuovo della
Misericordia (secoli X-XIX ) " di Alessandra Potenti). |