LA CHIESA DEL CASTELLO NUOVO
All'interno delle mura del Castello Nuovo sorgeva una piccola chiesa,
della quale sono ancora oggi visibili l'abside e le mura perimetrali. La
prima attestazione di questa struttura religiosa che, come tutte le altre
comprese nel territorio di Castelnuovo, era dipendente dalla pieve di
Camaiano, risale al febbraio 1107: a questa data fu menzionata insieme al
Castello Nuovo una chiesa dedicata a S. Stefano che, unitamente alla
struttura fortificata venne alienata da Guiglia del fu Lamberto ad
Ildebrando, preposto della pieve di S. Ippolito di Valdelsa...Molto
probabilmente la chiesa di S. Stefano (protettore dei Cavalieri Pisani) fu eretta insieme alla
fortificazione di Castelnuovo, ma poiché non si conoscono esattamente i
tempi ed i protagonisti della costruzione dei castelli di Camaiano e delle
relative chiese, non possiamo sapere chi ne fosse effettivamente il
proprietario. Certo non è da escludere l'ipotesi che la struttura
religiosa di S. Stefano, pur essendo dipendente dalla pieve e dalla
diocesi di Pisa, fosse di natura privata. Nel XII secolo essa non aveva
cura d'anime, ne fonte battesimale e serviva solo come oratorio e per le
celebrazioni di alcune funzioni religiose...Anche questa struttura
religiosa conobbe momenti di profondo degrado, dovuti alla vacanza del
rettore per alcuni anni e al fatto che i sacerdoti spesso preferivano
rimanere a Pisa e venire a Castelnuovo sporadicamente; la situazione
migliorò dal tardo Cinquecento quando i Dodici Governatori della
Misericordia ottennero dal presule pisano la facoltà di eleggere
direttamente il rettore di Castelnuovo e stipendiarlo con gli introiti
della fattoria. Da quel momento i preti che giunsero a Castelnuovo
subirono il controllo del fattore e dei Priori della Pia Casa i quali si
preoccupavano che il responsabile della vita spirituale dei castelnovini
non restasse troppo a lungo assente dal borgo, lasciando, come era
accaduto in passato, che i contadini vivessero «come bestie». Il primo
rettore nominato dai Governatori fu Antonio Confortini da Dovadola, come
risulta dal verbale inserito tra quelli delle visite pastorali e datato 24
gennaio 1575...Tuttavia, la popolazione del borgo di Castelnuovo stava
crescendo, e la piccola chiesa castellana non era più rispondente alle
esigenze del culto; inoltre dalla fine del Cinquecento, la pieve di
Camaiano era stata definitivamente privata del suo titolo e delle sue
funzioni e benché la chiesa di S. Stefano fosse provvista di un fonte
battesimale, occorreva innalzare nel villaggio una nuova struttura che
avesse funzioni di chiesa parrocchiale. È proprio quanto accadde negli
anni '40 del XVII secolo.
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado
pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di
Alessandra Potenti).
Allontanandosi dal Castello lungo la via del Sorbetto, è possibile vedere
gli elementi strutturali e architettonici superstiti dell'abside, il quale
ha ancora ben visibile sia la fascia superiore di coronamento alla
muratura in pietra e in marmo verde, sia parte della copertura e delle
strutture murarie longitudinali rivolte a sud. Osservando i resti
dell'antica chiesa, essa
doveva essere di modeste dimensioni, anche se le trasformazioni, i
rimaneggiamenti ed i crolli subiti nel corso dei secoli, ne rendono
difficile la determinazione esatta delle sue misure originali. Certamente
i locali furono in seguito occupati e riadattati ad altro uso, con
interposizione di tramezzature e con la semi-cupola, posta a copertura
dell'abside, utilizzata come camino.
L’antica chiesetta castellana, fu adibita ad abitazione di «Giulio, e
Fratti Bernardi» come pure i locali adiacenti. Alla fine del XVIII secolo
infatti era già da tempo terminata (1641) la chiesa odierna dedicata a S.
Stefano e posta fra i due borghi di Castelnuovo e Castelvecchio (foto
piccola). |