CASTELNUOVO ED I SUOI ABITANTI NEL XIX SECOLO
I registri parrocchiali sono una fonte privilegiata per seguire non solo
l'andamento dei livelli demografici di un centro abitato, ma per vedere
più da vicino il variare di tutti quegli elementi che incidono fortemente
sull'andamento della popolazione: nuzialità, natalità e mortalità. Come si
evince dalle visite pastorali, già dal XVII secolo i vescovi ed i loro
vicari raccomandavano ai parroci di Castelnuovo di redigere i libri dei
battesimi e delle sepolture, ma è probabile che questi inviti, come
generalmente avveniva nelle zone rurali e nei centri minori, fossero
disattesi. Dalla fine del Seicento, tuttavia, i verbali delle visite
testimoniano che la chiesa di S. Stefano aveva i registri parrocchiali ed
essi erano sostanzialmente ben tenuti, secondo quanto osservarono gli
arcivescovi nelle loro ricognizioni e bisognosi soltanto di alcune
correzioni: così, se nel 1682 il canonico Giovanni Felice Lorenzoni,
vicario del presule Francesco Pannocchieschi, ordinò al curato di
Castelnuovo di tenere meglio il libro dei morti; nel 1689 egli stesso,
nuovamente in vista alla chiesa patronato della Misericordia sottolineava
la necessità di indicare nel libro dei battesimi la data della nascita dei
fanciulli accanto a quella della loro «rinascita» spirituale. Tra i
registri parrocchiali più antichi, conservati presso la canonica della
chiesa di Castelnuovo si ha un libro dei battesimi che risale al periodo
1600-1651 e due bacchette dei matrimoni che coprono quasi interamente il
XVIII secolo. Tuttavia, essi forniscono solo indicazioni indirette circa
il popolamento e per ricostruire i livelli demografici del paese occorre
attendere gli Status Animarum, i cui volumi conservati risalgono alla fine
del Settecento. Dal 1795, i registri si susseguono senza soluzione di
continuità fino ai giorni nostri e ci permettono di osservare la crescita
costante della popolazione del borgo. Castelnuovo passò dalle 762 anime
del 1795, alle 850 del 1806 per superare il migliaio nel 1822. Nel
frattempo, l'incremento demografico aveva determinato la nascita di due
insediamenti secondari, dipendenti per la cura delle anime dalla chiesa
parrocchiale di Castelnuovo. Uno di questi è il nucleo abitato sorto
attorno alla Torre di Castiglioncello; quest'ultima esisteva dalla metà
del XVI secolo ed era stata eretta per volontà del Granduca di Toscana
perché fosse utilizzata come struttura di guardia. Con il passare del
tempo, però, sorse nelle vicinanze di questa un villaggio di pescatori con
una locanda ed una piccola chiesa, costruita alla fine del Seicento.
L'oratorio di «S. Andrea prope Maris» fu visitato per la prima volta dal
presule Francesco Frosini nell'aprile del 1705; alcuni anni dopo lo stesso
presule pisano concesse la facoltà di costruire all'interno dell'edificio
alcune fosse per la sepoltura per gli uomini che vivevano presso la Torre.
Nella stragrande maggioranza si trattava di soldati dell'esercito del
Granducato di Toscana, gruppo non esiguo dato che i superiori avevano al
seguito le loro famiglie, ma non mancavano nuclei familiari contadini.
L'altro insediamento secondario che sorse nel territorio di Castelnuovo in
epoca moderna è il centro abitato di Nibbiaia, dove accanto alle case
poderali volute dalla Misericordia fu eretta, ancora una volta per volontà
della Domus, una chiesetta, i cui fedeli erano posti sotto la cura
spirituale del pievano di Castelnuovo. Nel 1843, contro i 1111 abitanti di
Castelnuovo, le anime di Nibbiaia erano 215 e quelle di Castiglioncello
50. La situazione demografica ottocentesca è riscontrabile anche da
documenti di altro tipo: esiste ad esempio uno «Stato della popolazione
della frazione di Castelnuovo » redatto nel 1810 (dal 1776 Castelnuovo era
inserito amministrativamente nell'orbita di Rosignano). Da questo
documento risulta che i nuclei familiari del borgo erano 165 e la
popolazione complessiva ammontava a 865 anime. Tuttavia in questo stesso
anno, gli Status Animarum riportano 174 famiglie e 932 abitanti ed è
probabile che questi ultimi dati siano più precisi; in ogni caso l'entità
della popolazione mette in luce la crescita constante del paese. La
punta massima di espansione demografica di Castelnuovo fu raggiunta nel
1837, quando gli abitanti di Castelnuovo furono 1390 e rimasero
sostanzialmente su questi valori fino alla fine del XIX secolo.
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado
pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di
Alessandra Potenti)
Lentamente,
migliorano anche le condizioni generali, e la
qualità della vita: comincia ad allungarsi l'età media e si riduce se pur
di poco il fenomeno della mortalità infantile. E' indicativo che nel 1837
Cosimo Pardini, possidente di Castelnuovo, viene esentato dal pagamento
delle tasse, a norma di legge, perché padre di dodici figli, tutti
viventi. |