Castelnuovo  ieri
Rifugio bellico - (Per leggere la drammatica costruzione di un rifugio come questo o forse proprio questo, i bombardamenti ed  il crollo del campanile, fino all'arrivo degli alleati, scarica "Il mio paese Gabbro" che contiene anche il testo "Castelnuovo, 13 giorni al rifugio"  di Quochi Iacopo Cadore dalla sezione Scaricolibri del sito)
1943 - Problemi con gli sfollati.

1944 - Due morti nello scontro tra squadre di fascisti tra Gabbro e Castelnuovo.
In strada per riparare il camion su cui stavano viaggiando vennero scambiati per partigiani - Il fatto al centro di una informativa ritrovata negli archivi che venne inviata a Mussolini.
Pescare nel mare magnum degli archivi porta talora a tirar su qualche pesciolino in grado di far luce su avvenimenti del passato lontano persi nelle nebbie del tempo. Il pesciolino che abbiamo tirato a bordo è la fotocopia di una relazione in data 8 (poi corretta in 13) aprile 1944 a firma del s. Tenente della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) Gastone Gresta, la formazione della Repubblica di Salò addetta al controllo del territorio e alla repressione antipartigiana, nella quale erano stati inquadrati anche i carabinieri rimasti nelle zone occupate dei quali i fascisti non si fidavano. La relazione riporta che l'8 aprile del 1944, una squadra composta da sei di fascisti repubblichini di Vada, guidati dal locale commissario politico, s'imbarca su un camion dirigendosi verso il paese del Gabbro a caccia di partigiani. Giunti all'altezza del ponte delle Vallicelle a circa 2 km dal paese di Castelnuovo della Misericordia, il camion ha un guasto al motore e i fascisti vadesi, scesi per ripararlo, vengono avvistati dai fascisti di Castelnuovo i quali, coadiuvati da militari tedeschi avendoli scambiati per partigiani, aprono il fuoco contro di loro. Non sappiamo quanto durò lo scontro, ma al termine rimasero uccisi due fascisti di Vada: Gagliano Balzini di 39 anni e Pietro Franzoli di 32, i cui corpi saranno trasportati a Castelnuovo nell'ambulatorio medico. I tedeschi tanto per far capire chi comandasse davvero, impediscono ai Carabinieri di Rosignano Marittimo di condurre indagini sull'accaduto; indagini che avocano a sé conducendo il commissario politico vadese al loro comando di Lorenzana. L'episodio, che non era mai stato narrato prima, si presta ad alcune considerazioni: la prima, come già detto, su chi comandasse davvero sul territorio. È del tutto evidente che i fascisti avevano un ruolo del tutto secondario e servile nei confronti dei veri padroni che erano i tedeschi. La seconda è se, come qualcuno ha suggerito in passato, l'episodio possa aver dato origine all'occupazione di Vada da parte delle SS il 20 giugno 1944 e al relativo eccidio che ne conseguì. La distanza temporale tra i due episodi sembrerebbe sconsigliare tale ipotesi, ma occorre dire che sull'eccidio di Vada non furono mai condotte indagini approfondite soprattutto sul ruolo che vi ebbero i fascisti locali e non si può escludere del tutto che un covato desiderio di vendicare lo smacco subìto, abbia spinto qualcuno a indirizzare i nazisti verso la rappresaglia. Dell'episodio fu informato lo stesso Mussolini con un "Appunto per il Duce" steso a Livorno in data 25 maggio 1944 e Mussolini quei rapporti li leggeva. Anpi Rosignano Giacomo Luppichini 16/4/2024 Il Tirreno.

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